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  • Perchè Capello ha lasciato l'Inghilterra, perché ora può andare all'Inter (o all'Anzhi)

    Perchè Capello ha lasciato l'Inghilterra, perché ora può andare all'Inter (o all'Anzhi)

     

     
    di Xavier Jacobelli
    (direttore quotidiano.net)
     
     
    In Italia, la Federazione è talmente preda dell'ignavia quando si tratta di combattere il razzismo che, anzichè ordinare ai suoi arbitri di sospendere le partite al primo ululato, fa finta di nulla e il suo giudice sportivo commina multe che sono irrisorie, inutili, ipocrite.
     
    In Inghilterra , la Federazione è talmente determinata quando si tratta di combattere il razzismo che degrada il capitano della Nazionale John Terry, capitano pure del Chelsea, cinque mesi prima che finisca sotto processo, per rispondere delle accuse di insulti discriminatori mossegli da un altro giocatore, Anton Ferdinand, difensore dei Queen's Park Rangers.
     
    Non solo. La Federazione medesima monta su tutte le furie quando il ct  in carica contesta il siluramento del capitano e, in 48 ore, lo mette in condizione di andarsene.
     
    Ciò che è successo stasera a Londra, dove Fabio Capello  si è dimesso dall'incarico di selezionatore dei Tre Leoni, deve far riflettere il calcio italiano, troppo molle e troppo codardo quando si tratta di prendere a calci i razzisti. Oltremanica non si scherza su questi temi: pensate che, a dar man forte ai vertici della Fa, la Football Association, è sceso in campo pure il  governo di Sua Maestà.
     
     
    Intendiamoci: Capello si è sempre schierato contro i razzisti. Il caso Terry è stato una questione di principio ("Nella mia squadra comando io e decido io chi ne è il capitano", ha ringhiato Fabio, facendo imbufalire i suoi datori di lavoro), trasformatasi nella goccia che ha fatto traboccare il vaso di una convivenza ormai alla frutta e, da tempo, autentica separazione in casa.
     
    Il legame era comunque destinato a chiudersi a fine stagione,  dopo l'Europeo 2012 ai quali il goriziano ha portato l'Inghilterra, così come il compito gli era riuscito per i mondiali sudafricani, poi finiti malissimo. 
     
     La verità è che il rapporto tra Fabio e gli inglesi è la cronaca di un amore mai nato.
     
    Sin dall'inizio, l' invidia per il suo sontuoso ingaggio (6 milioni di sterline, che al cambio attuale sono circa 7,2 milioni di euro netti a stagione) si è mescolata alla frustrazione per il suo passaporto non britannico e alla spocchia dei presunti Maestri del calcio che hanno vinto un mondiale nel 1966 e, per il resto, hanno preso solo legnate nelle massime competizioni internazionali.
     
    Fin quando i risultati hanno sorretto il cammino dell'Italiano, i sudditi di Elisabetta hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Il fallimento sudafricano ha acceso la miccia di un addio che, fosse stato per i tabloid, sarebbe stato consumato nel giugno 2010. Non gliene hanno perdonata una a Capello e adesso godono. Per poco: se il successore sarà Redknapp, l'arrogante allenatore del Tottenham che ha montato in maniera invereconda il caso Balotelli, in giugno agli Europei andranno in gita turistica. 
     
    Eppure, il 14 dicembre 2007, quando l'ex tecnico di Milan, Roma, Real e Juve venne chiamato al capezzale dell'Inghilterra, manco qualificatasi agli Europei 2008, i media britannici si scatenarono con la consueta eleganza, osannando" l'Uomo della Svolta",  "il Leader che metterà in riga un branco di rammolliti", "il Duro che spezzerà loro la schiena"" e via con i proclami. 
     
    Poi arrivarono nove vittorie in dieci incontri, (di cui le prime otto consecutive)  nelle eliminatorie di  Sudafrica 2010. Il titolo di miglior ct 2009 assegnatogli dai tedeschi, il rinnovo sino al 2012 del contratto in scadenza nel 2010, nonostante il pressing di Moratti che Capello voleva già nel 2006 e che avrebbe preso se non fosse scoppiata Calciopoli.
     
     
    Certo, a Londra e nemmeno in Italia, nessuno avrebbe mai immaginato che, a far saltare il banco, sarebbe stata un'intervista rilasciata il 5 febbraio alla Domenica Sportiva, durante la quale, l'ancora ct inglese  ha pubblicamente contestato la sua Federazione per il caso Terry. Lo stesso  peraltro avvezzo a scatenare bufere per la gioia della macchina infernale che tanto piaceva al News of the World, creatura di Murdoch uccisa per eutanasia dallo stesso Murdoch dopo lo scandalo intercettazioni del 2011.
     
    Ora Capello può andare all'Inter o all'Anzhi Makhachkhala: in Daghestan sono pronti a dargli 8 milioni di euro netti all'anno perchè alleni Eto'o e i suoi compagni. Ma è Moratti che da stasera torna ad accarezzare il colpo inutilmente inseguito dal 2006.
     
    La prossima estate, fra Guardiola e Capello, il presidente avrà un bell'imbarazzo nella scelta. Anche Ranieri lo sa.

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