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  • Perisic-Martial tre mesi dopo: chi ci ha guadagnato tra Inter e Man United?

    Perisic-Martial tre mesi dopo: chi ci ha guadagnato tra Inter e Man United?

    Solo pochi mesi fa avrebbero potuto invertire le proprie rotte scambiandosi le maglie, poi Ivan Perisic e Anthony Martial sono rimasti ognuno al proprio posto. Ma se il croato si è affermato come uomo indispensabile per gli equilibri tattici di Luciano Spalletti, altrettanto non si può dire per il francese, che con Mourinho non riesce a trovare molto spazio a Manchester.

    MINUTI GIOCATI - Non c’è paragone tra i minuti giocati da Perisic e da Martial:  297’ quelli trascorsi in campo dal francese (facciamo riferimento alla sola Premier League), mentre l’ex Wolfsburg ha giocato 12 partite su 12 e tutte per 90’, mettendo insieme 1080’, 783’ in più rispetto al collega alle dipendenze di José Mourinho, che nonostante tutto mantiene buoni numeri dal punto di vista dei gol e degli assist. 

    NUMERI IN MEDIA - Il francese ha realizzato 4 gol in Premier, andando in rete, di media, una volta ogni ogni 74,25 minuti. Meglio di Perisic, che ha segnato lo stesso numero di reti, ma in un lasso di tempo superiore. Il croato va mediamente in rete una volta ogni 270 minuti di gioco. Non c’è invece gara sui cross diretti al centro dell’area di rigore: 61 quelli scagliati dal croato, 13 quelli di Martial, ovviamente sempre concentrati in minor tempo. Per quanto riguarda le occasioni create, sono 28 quelle in favore di Perisic e 9 quelle del francese, che sa creare grattacapi alla retroguardia avversari una volta ogni 32, minuti, mentre Perisic ci riece una volta ogni 38'.


    IL NUOVO PERISIC - Calcolando i numeri in base ai minuti giocati non c’è partita: Martial ha fatto meglio di Perisic, ma per Mourinho non è comunque abbastanza. Un paradosso quello vissuto dall’ex attaccante del Monaco, che forse avrebbe fatto bene a cambiare aria. Per quanto riguarda Perisic, invece, vale il dicorso contrario: probabilmente andando a Manchester sarebbe divenuto uno dei tanti. Ma il calcio non è una scienza esatta e in ogni caso, per Spalletti, il numero 44 è importantissimo anche in fase di copertura, dove a differenza del passato mette tutto il suo strapotere fisico a disposizione della squadra. 

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