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  • Pioli addenta il derby:| 'Siamo pronti'

    Pioli addenta il derby:| 'Siamo pronti'

    Il calcio sui maccheroni è un derby a mezzogiorno, sotto gli occhi delle tv orientali collegate via satellite e di una processione di giornalisti e osservatori stranieri accreditati al Dall'Ara, in arrivo da mezza Europa. Al pranzo della domenica il Bologna invita il Cesena, e a Stefano Pioli non servono parole per spiegare quanto sia importante: "Non nascondiamoci dietro a un dito, questo è un derby, una partita talmente attesa che si prepara da sola, un allenatore non ha neanche bisogno di caricare la squadra. Lo capisci da tante cose: l'aria che si respira, i tifosi che si raccomandano con te in settimana, la stampa che carica l'attesa. Io ricordo quelli contro il Toro, quand'ero alla Juve. Se giocavamo "in trasferta", e dovevamo spogliarci sotto la curva Maratona, sapevamo che cosa ci attendeva".


    Dopo la prima sosta, il Bologna con un nuovo allenatore ha cambiato marcia e pelle. Dopo la seconda, il tecnico guarda il Cesena (che non ha ancora vinto e fuori casa non ha mai segnato) e ci legge la storia rossoblù di ieri l'altro: "Ricordatevi in che condizioni eravamo prima di Novara, zero vittorie, un punto in classifica, e la grande prestazione che poi abbiamo fatto. Ecco, il Cesena sta allo stesso modo: ha buoni valori tecnici e giocatori che possono trovare il colpo vincente in ogni momento. Non sarà una gara facile né scontata, ma non abbiamo lasciato nulla al caso. Dovremo essere lucidi, continui, compatti, senza farci prendere dalla frenesia. Servirà, anche sul piano tecnico, la nostra miglior

    partita, un atteggiamento mentale convinto e positivo, consapevoli che finora le nostre tre vittorie ce le siamo sempre sudate".

    Il menu prevede tanti ritorni: quello di Antonsson dal primo minuto al centro della difesa al posto dell'acciaccato Loria ("Può essere il suo momento, è migliorato tantissimo anche nella comunicazione", suggerisce Pioli), quello di Perez e Ramirez dalla sfida di martedì con l'Italia ("Gaston può dare la zampata ma in questo momento il Bologna non è solo Ramirez"), quello di Diamanti che andrà in panchina, quello di Arrigoni da ex, come Antonioli e Guana ("Per un tecnico è sempre difficile allenare nella propria città, non stacchi mai, e io a Parma non ebbi neppure l'aiuto dei risultati").
    Ma il piatto del giorno sembra sempre lui, Marco Di Vaio, che oggi fa 500 gare ufficiali con un club italiano (è a quota 198 reti) e insegue il primo acuto stagionale su azione, sempre con la fiducia piena del suo allenatore: "Non è vero che l'anno scorso ha segnato tanto perché giocava da unica punta centrale: partiva da sinistra e c'era un modulo con un trequartista e due attaccanti, sempre. E nel nostro attacco adesso ci sono tre giocatori con massima libertà di movimento. Di Vaio sta bene, non c'è alcun problema tattico".

    Kone ha recuperato ed è favorito su Pulzetti, Raggi e Morleo stanno meglio nel ballottaggio con Garics e Cherubin. "Comincia un mese in cui ci giochiamo molto, non tutto. Noi siamo pronti".

     


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