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  • Pirlo + Aguero = la Juve di Conte

    Pirlo + Aguero = la Juve di Conte

    In mezzo anche Lass Diarra. Sissoko e Felipe Melo verso la cessione, Marchisio prolunga fino al 2016.
    Conte comincia da Pirlo: l'accordo da 12 milioni comunicato al Milan.
    A buon allenatore, poche parole: «Caro Antonio, stiamo prendendo Pirlo, e dovrà far parte della costruzione», avevano premesso i dirigenti della Juve a Conte, nella chiacchierata che ha poi annodato l'accordo. Nessun problema, la risposta, di uno che solo un paio d'anni fa sulla lista degli acquisti aveva sbattuto una porta appena socchiusa: Diego non mi serve, tagliò corto il tecnico, troncando così pure qualsiasi chance per la panchina bianconera. L'avrà adesso annuncio all'inizio della settimana prossima -, con il compito di far quadrare sistema di gioco preferito e una campagna acquisti già avviata.

    Pirlo è quasi bianconero, se stamattina andrà nella sede del Milan solo per i saluti. Adriano Galliani non farà una proposta migliore di quella confezionata dal collega Beppe Marotta: triennale da quattro milioni a stagione, più bonus. Ieri da casa Juve hanno telefonato ai rossoneri per informarli dell'interesse: è arrivato il nulla osta alla trattativa. Questione di galateo, apprezzato.
    Declinando in 4-2-4 l'originale 4-4-2, l'alieno sarebbe dunque Andrea Pirlo, centrocampista di piedi e cervello, insomma regista come non se ne producono più: perché Conte, solitamente, in mezzo scava la trincea con gente robusta, e che deve coprire ettari di campo, lasciando l'offensiva sulle corsie laterali. L'allenatore apporterà qualche modifica: rinunciare a Pirlo sarebbe un'eresia, qualsiasi religione si professi. A 32 anni, che compirà domani, se il fisico l'assiste resta uno dei migliori centrocampisti in commercio. L'assisterà un mediano di lotta, come Lassana Diarra, primo obiettivo nella vetrina del Real Madrid. Stessa professione praticata da Michele Pazienza, in arrivo dal Napoli, a parametro zero. Così partirà Momo Sissoko e, chissà, Felipe Melo. Semmai, andrà rivisto qualche movimento anche ai lati, dove potrebbe non arrivare più Bastos, extracomunitario, mentre Vargas, della Fiorentina, resta un'idea. Ieri intanto s'è incollato un altro pezzo di centrocampo, con il rinnovo di Claudio Marchisio. Prolungamento del contratto di lavoro fino al 2016 e innalzamento dello stipendio a 2,5 milioni a stagione, più i premi. «Sono felice per la fiducia della società», ha detto il centrocampista. «Ha il dna della Juve», ha chiuso Marotta. Nel quale dovrà rientrare anche la vittoria.

    Clausola rescissoria a quota 45 milioni di euro. Atletico disposto a trattare per 30.

    Incontro con gli agenti di Aguero: la Juve cerca il nuovo Del Piero.
    «L'unico referente per parlare del futuro di Sergio Aguero sono io», aveva detto la settimana scorsa Hernan Reguera, procuratore dell'attaccante dell'Atletico Madrid. Dev'essere per questo che ieri è spuntato a Torino, prima a pranzo con Beppe Marotta e Fabio Paratici, poi nella sede bianconera, a colloquio fino alle cinque della sera. Con lui c'era anche José Segui, boss del colosso Img che segue Mohamed Sissoko: oltre quattro ore di chiacchiere e confronti per parlare dei progetti futuri di
    Momo (in partenza), diciamo che sono un po' esagerate. E allora, ecco il primo passo della trattativa per impacchettare «El Kun»: la Juve l'ha messo in cima alla lista della spesa, da settimane, e perlustrerà tutte le strade pur di prenderselo. Ben sapendo che il percorso sarà lungo, complicato e, in caso di meta raggiunta, costoso.
    Aguero ha un salario sui sei milioni e mezzo di euro a stagione, che lieviteranno di un milione il prossimo anno, oltre a un lucchetto da 45 milioni, serrato appena un paio di mesi fa: sarebbe la clausola rescissoria da versare all'Atletico, per la libertà anticipata, rispetto al contratto che ha scadenza 2014. Dalla Spagna raccontano che l'obolo è comunque trattabile, intorno ai 30 milioni, e di questo è convinto Marotta. Sullo stipendio, invece, bisognerà spendere parecchio. Volendo prendere un marziano, i bianconeri dovranno investire un sacco di quattrini, in ogni caso: tanto per scorrere il campionario, Benzema e Higuain hanno buste paga attorno ai sei milioni, mentre Tevez se ne mette in tasca addirittura otto, a stagione. Prezzi elevati anche per il cartellino, ovviamente.
    Un po', dunque, per convincere Aguero sarà questione di umana pecunia, anche perché la Juve non ha neppur da offrire la Champions League. Come l'Atletico Madrid, del resto. È il fascino continentale la minaccia che la concorrenza potrebbe sventolare: come il Chelsea, cui Aguero pareva destinato, fin da gennaio. Così pensava anche Reguera, anzi dicono ne fosse proprio sicuro, senza però aver fatto i conti con Abramovich e il colpo istantaneo di Torres: ora con lui e Drogba, in attacco lo spazio s'è fatto ridotto. Idem l'interesse della società di Stamford Brigde, che s'è improvvisamente abbassato. Grande shopping, per riarmarsi davanti, l'ha fatto pure il Liverpool, altra squadra che stava pedinando «El Kun»: in inverno ha arruolato Carroll e Suarez, merce milionaria anche qui, e pare difficile spenda altre fortune nello stesso settore. Ci sarebbe il Real, ma a questo ha pensato Enrique Cerezo, presidente dell'Atletico, che ha infilato una clausola nel contratto dell'argentino: mai potrà essere venduto all'altra metà della città.
    Sembra comunque che Aguero abbia voglia di andarsene, perché l'orizzonte a Madrid si sta facendo troppo limitato per i suoi sogni: a parte il suo stipendio, il club s'è dato una sorta di salary cap, retribuzioni tutte sotto i 2,5 milioni, e così è complicato assumere fenomeni. Che ci sia desiderio di levare le tende, l'ha confermato Quique Sanchez Flores, il tecnico dei Colchoneros, anche lui in uscita: «Penso che Aguero abbia il cinquanta per cento di possibilità di andarsene». Non proprio in un caveau. Il valore però non si discute, per talento e numeri sul prato: in questa stagione, 24 gol in 40 partite. Ha anche l'età giusta, 23 anni a giugno, per costruirci sopra la risalita al futuro. Da buon cartone animato, come da soprannome, «El Kun» fa viaggiare la fantasia ancor più del pallone. Il personaggio di cui la Juve ha bisogno. Con Del Piero all'ultimo chilometro del Sunset boulevard, ci vuole qualcun altro da issare verso i fedeli, e contro il nemico. Un altro dieci, come numero di maglia, se non di mestiere. Un'icona che accenda i tifosi ancor prima che le giocate. Per sognare di nuovo: chi meglio di un cartoon?


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