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  • Pjaca, ora dimostra di valere 23 milioni

    Pjaca, ora dimostra di valere 23 milioni

    • Nicola Balice

    Contro il Crotone la prima grande occasione. Un contesto non semplicissimo, campo piccolo e squadra chiusa, tanto da costringere Allegri a passare alla doppia torre centrale. Certo, gli scettici potrebbero anche pensare che se pure il Crotone viene considerato un test complicato allora quale potrà essere un test giusto? Una giornata storta però ci può stare, soprattutto se come capitato a Marko Pjaca la si è attesa circa sei mesi: arrivando quindi all'esame troppo carico o magari già scarico. D'altronde tutti gli altri spezzoni che lo avevano visto nella mischia, avevano sempre parlato di un talento puro forse anche fuori contesto ma con i numeri giusti nei piedi e gli occhi della tigre. E se quell'infortunio non lo avesse costretto ai box per tre mesi, chissà come poteva cambiare la sua prima stagione in bianconero anche considerando lo stop di Dybala di cui doveva essere la prima alternativa secondo i piani originari. La Juve crede in lui, Max Allegri ha sempre speso parole al miele per Pjaca secondo una gestione mediatica e in termini di rotazione che ricorda da vicino quella di Daniele Rugani nella passata stagione: una cura che poi ha visto Allegri avere ragione fino alla recente e definitiva esplosione del difensore.

     

    TOCCA A MARKO Rispetto a Rugani, però, Pjaca è stato pagato circa cinque volte in più. Un affare da 23 milioni, con la Juve che ha saputo vincere la concorrenza di Inter, Milan e Borussia Dortmund pur di portare a Torino quello identificato come il talento giusto per il futuro dell'attacco bianconero. Ed ora che Mandzukic sarà costretto alla tribuna contro il Palermo causa squalifica, ecco che proprio Pjaca si ritrova davanti ad una nuova occasione che questa volta non potrà fallire. Dare continuità a questo assetto tattico dipende anche e soprattutto dalle alternative, lui in questi allenamenti e soprattutto nella sfida di venerdì sera allo Stadium dovrà dimostrare con i fatti di non essere solo un giovane di belle speranze ma un talento pronto per la Juve di oggi. Per essere qualcosa di più di un'arma da scagliare a partita in corso, ma un una stella tra le stelle pronta a insidiare quei mosti sacri che ha davanti a suon di prestazioni convincenti. Proprio come fatto, nel tempo, da Rugani. Allegri sa come gestirlo, tocca a lui metterlo in difficoltà e fargli capire che il suo posto è in campo, non in panchina. Per farlo c'è un solo modo: giocare bene non basta, deve diventare decisivo.

    @NicolaBalice


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