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  • Quando la Juve sconfisse il Milan 6-0, con i gol di una gazzella e di un attore

    Quando la Juve sconfisse il Milan 6-0, con i gol di una gazzella e di un attore

    • Alessandro Bassi
    Juventus-Milan è una classica del nostro campionato, a maggior ragione negli ultimi 30 anni, quando cioè i rossoneri hanno vinto ben 8 dei loro 18 scudetti totali. Juventus-Milan è partita che affonda le sue origini agli inizi del XX secolo, dalla prima volta, in amichevole, nella primavera del 1900 sino alle partite valide per tornei anche prestigiosi dell'epoca pionieristica, passando per la finale del campionato del 1906.

    ARRIVANO GLI AGNELLI IN BIANCONERO - Gli anni'20 segnano la svolta in positivo per la Juventus, sono gli anni infatti nei quali vengono gettate le basi per far diventare il club uno tra i più importanti e vincenti. Tutto cambia quando all'Assemblea generale del 24 luglio 1923 alla Juventus per acclamazione viene eletto presidente Edoardo Agnelli: durante la sua presidenza – dal 1923 al 1935 – i bianconeri vinceranno ben 6 scudetti, di cui 5 consecutivi, tornando dunque così alla vittoria dopo vent'anni di digiuno. Il primo di questi sei scudetti la Juventus lo vince proprio nella stagione 1925/26. La squadra che già l'anno precedente era arrivata seconda nel proprio girone, dopo un avvio stentato mette in fila nove vittorie consecutive che le permettono di vincere il proprio girone e di accedere così prima alla finale della Lega Nord e quindi, dopo aver battuto il Bologna campione d'Italia in carica, di andarsi a prendere finalmente lo scudetto nella finalissima nazionale dove vincerà abbondantemente entrambe le gare contro l'Alba di Roma. Come accennato, l'avvio della stagione è stentato e proprio la partita contro il Milan segnerà la svolta in positivo del campionato juventino.

    UN PICCOLO DIAVOLO - È un Milan con tanti problemi quello che esce dalla Prima guerra mondiale. Una squadra che ormai da diversi anni non lotta più per il vertice del campionato e che vive in una specie di limbo senza slanci, campionati quelli rossoneri dove le sconfitte risultano essere molte di più delle vittorie. Presidente del Milan dal 1909 è l'industriale Piero Pirelli – tra l'altro uno dei fondatori della società rossonera – che pur non riuscendo a portare la società a vincere lo scudetto, le regala uno stadio nuovo, e che stadio: San Siro! Anni dunque mediocri per il Milan in campionato e la stagione 1925/26 non si discosta dalla precedente. Purtroppo per i rossoneri il campionato è costellato di infortuni, in special modo patiscono infortuni seri le due stelle della squadra, il centravanti Ostromann e il centromediano Jozsef Banas. La società tenta anche la carta dell'esonero dell'allenatore, quel Vittorio Pozzo che diventerà il futuro Commissario Unico della Nazionale e che era diventato allenatore del Milan nel corso della stagione precedente, subentrato all'austriaco Oppenheim. Pozzo viene esonerato nel gennaio del 1926, al termine del girone di andata, quando per il Milan pare davvero complicato salvarsi dalla retrocessione. 

    LA GAZZELLA E L'ATTORE - Juventus e Milan nella stagione 1925/26 si affrontano sul campo di Corso Marsiglia a Torino domenica 25 ottobre, alla quarta giornata di andata, arrivandovi entrambe con una classifica non certo positiva: il Milan con  una vittoria e due sconfitte, la Juventus con una vittoria, un pareggio e una sconfitta. La partita contro il Milan per la Juventus sarà il trampolino di lancio verso la conquista dello scudetto. In bianconero nell'estate del 1925 dall'Ungheria è arrivata un'ala sinistra che è un'iradiddio: Ferenc Hirzer è dotato di un tiro fulmineo che gli permette di fare goal con estrema facilità, ma soprattutto è scattante e veloce, molto veloce, tanto da venir ben presto soprannominato la gazzella. Quella Juventus però non si limita al solo Hirzer. In porta c'è già Combi, la difesa è granitica con Allemandi e Rosetta e l'attacco è molto prolifico con il già citato Hirzer, Munerati, Vojak e Pastore, senza dimentica in mediana l'altro ungherese Viola e il pioniere di mille battaglie Bigatto. La partita si gioca davanti ad un pubblico accorso numeroso e speranzoso di assistere ad un bello spettacolo; le due squadre si presentano con tutti i loro migliori effettivi in campo. Pronti via e dopo neanche dieci minuti la Juventus passa in vantaggio grazie ad un calcio di rigore trasformato da Viola. Ci si attende la reazione rossonera ed invece è un monologo bianconero. La Juventus prima dell'intervallo segna altre tre reti: la doppietta di Hirzer e il momentaneo 4-0 con Pastore. Stando alle cronache dell'epoca e anche a quanto riportato da Hurrà Juventus, i bianconeri non giocano bene, ma è talmente tanto il divario tra le due squadre che la vittoria degli juventini è netta e meritata. La ripresa non cambia il copione, anzi è ancora la Juventus che va a segno altre due volte, prima con Torriani e quindi ancora con Pastore per il 6-0 finale con il quale la Juventus batte il Milan. Mattatori dell'incontro, come detto, l'ungherese Hirzer e Pietro Pastore, entrambi alla fine della stagione avranno collezionato numeri da urlo: Hirzer 35 reti in 26 incontri e Pastore ben 27 centri in appena 22 gare. Pietro Pastore, talentuoso attaccante con una vita avventurosa, sempre in bilico tra attaccante di razza e divo mancato del cinema ha vissuto una vita degna di essere raccontata, come ha fatto Adriano Stabile in un articolo apparso su La Stampa: Pastore oltre ad essere un attaccante di razza che con i suoi goal contribuisce non poco allo scudetto juventino del 1925/26, ha anche un bel fisico e un viso che ricorda molto Rodolfo Valentino. Nell'estate del 1928, durante una tournée negli U.S.A. aggregato al Brescia, a New York la Paramount gli fa fare un provino ma sarà soltanto nel 1929 che Pastore debutterà nel cinema, al crepuscolo dell'età del muto: sul finire degli anni'20 è tra gli attori di un paio di film, mentre contemporaneamente da giocatore del Milan in campionato Pastore continua a segnare parecchio. Con l'avvento del sonoro Pastore parteciperà ad un'ottantina di film, ma soltanto in Acciaio, pellicola del 1933 del regista tedesco Ruttmann, avrà un ruolo da protagonista. Negli anni'30 segnerà ancora qualche rete con le maglie di Lazio, Perugia e Roma, poi si dedicherà esclusivamente al cinema dove, purtroppo per lui, non raggiungerà mai le vette di popolarità sperate, restando sempre una comparsa.
     
    (Alessandro Bassi è anche su http://storiedifootballperduto.blogspot.it/)

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