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  • Referto Diamanti:|Nessun insulto all'arbitro

    Referto Diamanti:|Nessun insulto all'arbitro

    Nel referto arbitrale riguardo l'espulsione di Alessandro Diamanti in Lazio-Brescia, non c'è alcun accenno d'insulti all'indirizzo dell'arbitro. La parolaccia, che pure si vede chiaramente nelle immagini, non è stato riportata. Celi ha scritto semplicemente di un'espressione ingiuriosa di Alessandro Diamanti nel corso del match del 3 ottobre a Roma con la Lazio. Senza specificare nei confronti di chi. Il ricorso che i legali del Brescia, lo studio dell'avvocato Carlo Ghirardi, hanno fatto pervenire alla Corte di Giustizia Federale contro le tre giornate di squalifica inflitte al fantasista delle rondinelle ruota proprio attorno a questo. Ricorso che verrà discusso venerdì alle 14 in Federcalcio, a Roma.


    Sul referto si legge che Alessandro Diamanti si esprime in modo irriguardoso e secondo Ghirardi alla base di tutto c'è un equivoco. Enorme. «Il Giudice Tosel nello squalificare Diamanti ha interpretato l'espressione irriguardosa (che altro non sarebbe che un... «buffone», ndr) come una frase rivolta all'arbitro. Non è così e siamo convinti di poterlo provare». Diamanti avrebbe detto al terzino della Lazio Radu, sul quale aveva commesso il fallo che gli è poi costato l'espulsione, le seguenti parole: «Alzati che non ti sei fatto nulla, alzati buffone».
    Ed è quel «buffone» - non il «vaffa» che pure si pensava in un primo tempo, ma che evidentemente Celi non ha sentito e tanto meno visto dato che Diamanti l'ha pronunciato dando le spalle al direttore di gara - ad aver fatto scattare la squalifica. A termini di regolamento l'insulto (anche se sui «generis» come appunto il «buffone» che pure è stato detto) a un avversario potrebbe essere sufficiente per avere un'altra giornata di squalifica, oltre a quella che scatta per l'espulsione con doppia ammonizione, ma è chiaro che in questo caso i tre turni sarebbero spropositati.


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