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  • Roberto Sosa| 'Udinese, se volete torno io'

    Roberto Sosa| 'Udinese, se volete torno io'

    Roberto Sosa la-la-la-la-lala...”. Chi non si ricorda il coro che la Curva Nord aveva dedicato al ‘El Pampa’? Oggi, l’ex attaccante bianconero che ha esordito nell’Udinese grazie a Francesco Guidolin, ricorda, per Il Friuli,  l’anno in cui arrivarono assieme, delle difficoltà incontrate all’inizio e le vittorie ottenute.
    L’esordio com’è stato?
    “Diffcile. Ero appena arrivato dall’Argentina. Non conoscevo il calcio italiano, la lingua e il cambio di abitudini. Trovai difficoltà ad adattarmi ai metodi duri che Guidolin imponeva e alle regole fisse a cui non ero abituato. I primi mesi non ho giocato soprattutto per questi motivi”.

    Quanto è stato importante Guidolin per crescere in questo senso?
    “E’ stato fondamentale: mi ha insegnato molto seguendomi negli allenamenti dandomi fiducia e non facendomi mai sentire trascurato. Al mister dirò sempre grazie per quel che ha fatto dandomi l'opportunità di giocare. Poi mi sono sbloccato e ho segnato contro la Juve. Da lì è cominciata un'altra storia"
    Allora l’Udinese aveva bisogno di Sosa come ‘pesante’, come lo era stato prima Bierhoff. Oggi ne ha bisogno ancora?

    "Se volete posso tornare ancora io! A parte gli scherzi giocavamo con tre punte ma anche con Locatelli dietro a fare il trequartista. Guidolin è molto elastico, non ha uno schema fisso. Guarda all'avversario e poi fa le se valutazioni senza mai trascurare il gioco offensivo”.

    Qual’è la dote principale di Guidolin?
    “Il fatto che crede nel gruppo. Tiene sulla corda tutti fino alla domenica e non sai mai chi scende in campo. Per cui si crea la competizione giusta in un gruppo che si allena con intensità al 100 per cento tutta la settimana, sapendo che tutti hanno le stesse chance di giocare"
    Guidolin è uno che bada molto anche all’aspetto atletico, vero?
    “I preparatori sono fondamentali: uno degli aspetti che mi hanno fatto migliorare sono stati proprio i vantaggi derivati dalla preparazione fatta. Guarda a ogni dettaglio, cercando di arrivare a farti avere la forza fisica e mentale perché tu possa lottare su ogni pallone. Soprattutto nel ritiro estivo fa lavorare duro i giocatori e questo è stato il segreto anche della nostra stagione, che fu buona, nonostante potesse diventare ottima se riuscivamo ad andare in Champions”.
    Guidolin a chi può somigliare tra i tecnici che ha avuto?
    “Ha un suo stile ed è questo il segreto che lo differenzia dagli altri. L'umanità e la preparazione sono le cose che più ammiro di lui".
    Perché a fine anno si arrivò al divorzio?
    "Non conosco i problemi: certamente la cosa nacque da un equivoco. L'Udinese però, va detto, è una società che sa sempre rialzarsi e rinnovarsi. Ora però sono contento che sia tornato. Finirà il lavoro che aveva cominciato"
    Quell’anno ha avuto anche momenti difficili. Quale il peggiore?
    “La crisi capita sempre e a ogni squadra. Per noi fu all'inizio a mio parere. Allenatore nuovo che ereditava una grande squadra. Anche come giocatori ci fu un grosso rinnovamento: il gruppo era eterogeneo con italiani ghanesi, sudamericani. Era difficile comprenderci, ma Guidolin ha puntato fin da subito sul gruppo e alla fine si è fatta una grande stagione.”
    Quest’anno ugualmente si partirà senza pedine importanti come Pepe o D’Agostino. Come sostituirli?
    “La società saprà cosa fare. E’ giusto lasciar partire che ha le possibilità di farlo. Guidolin comunque è uno che punta anche sui giovani, tanto che inventò Appiah. Io, se posso, consiglierei Rinaudo del Gymnasia, convocato anche in nazionale. Potrebbe fare al caso dell’Udinese a centrocampo. E’ forte fisicamente e ha tecnica: non farebbe male a Udine”.
    Il momento più bello di quella stagione?
    “Ovviamente la vittoria nello spareggio contro la Juve: dopo lo 0-0 in casa eravamo un po’ giù. Ma il mister ci credette fin da subito dandoci la fiducia necessaria per farcela. E’ stata un’emozione enorme. Ricordo ancora i festeggiamenti del dopo gara fino al ritorno a Udine”
    E Sosa quando tornerà in Friuli?
    “Amo questa terra. I miei figli sono nati lì e tifano Udinese oltre che Italia. In estate ho pensato a una vacanza in Italia, vorrei passare a trovare i vecchi amici, tra i quali Guidolin”.


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