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    De Rossi: 'Cessioni nel destino della Roma, forse la mia ultima Champions' VIDEO

    De Rossi: 'Cessioni nel destino della Roma, forse la mia ultima Champions' VIDEO

    La Roma si appoggia ai suoi pilastri per uscire dalla crisi. Dopo la panchina contro il Chievo, riprende il suo posto al centro del campo Daniele De Rossi. Il capitano romanista, che domani guiderà i suoi nella sfida contro il Real Madrid, ha parlato insieme a Di Francesco nella conferenza stampa di vigilia che si è svolta al Bernabéu. Le sue parole:


    Complicato decifrare la Roma. Dalle grandi notti di Champions alle mezze partite di questo inizio. Bisogna accettarvi così o chiedervi di più?
    Siamo i primi a chiederci di più. Non è facilissimo paragonare la Roma contro il Barcellona arrivata dopo un percorso di conoscenza di 9 mesi e questa Roma che è all’inizio di una nuova stagione. Dobbiamo voler fare di più, ma la Roma contro il Barcellona era la stessa che prima era stata criticata pochi mesi prima per partite analoghe, non uguali a quella di domenica ma c’erano state delle critiche. Se poi la stagione è finita in maniera soddisfacente, anche se senza titoli, posso essere solo fiducioso.

    Tra i motivi di questa confusione c’è anche quello che si sono persi giocatori importanti?
    Le stagioni da sempre e per sempre saranno figlie del mercato che si fa pochi mesi prima. Il calcio funziona così. Da quando sono qui alla Roma è sempre stato così, non solo con questa proprietà. Si sono sempre venduti i migliori per poi comprare altri giocatori che dopo qualche anno sarebbero diventati forti come quelli che c’erano prima. La Roma si è sempre rigenerata nonostante le cessioni fisiologiche, sono nel destino di questa società. Anche l’anno scorso c’erano state delle cessioni importanti e poi abbiamo invece abbiamo raggiunto obiettivi che mai erano stati raggiunti.

    Cosa scatta quando perdi un giocatore come Ronaldo?
    Tutti quanti comprano e cedono, non so cosa di può provare a vendere un giocatore come lui. Forse serviva uno scossone al Real, ma non mi riguarda e mi interessa il giusto, da spettatore. Da capitano bisogna guardare la lista dei giocatori della propria squadra e sostenerli fino alla fine e lavorare come abbiamo sempre fatto, soprattutto negli anni in cui siamo andati bene.


    Continuerai a indossare la tua fascia nonostante la multa?
    Io avevo già parlato col mister e con Florenzi, che non sapeva come comportarsi. La cosa che mi dà fastidio personalmente è che sono rimasto solo io insieme a quelli della Fiorentina e io devo rispettare delle motivazioni diverse e più importanti, per tenere il punto su una questione che non è importante. Si è perso tanto tempo a parlarne, non c’era bisogno di uniformare tutti a questa fascia, ci sono problemi più importanti. Ho sentito dire da gente che stimo come Costacurta e Tommasi che cercheranno di togliere questa regola. Non mi toglie il sonno mettere la fascia della Lega, ma devo rispettare i giocatori della Fiorentina che hanno motivazioni diverse. Metterà dalla prossima partita la fascia della Lega, spero che cambierà la regola, ma lo farà solo per rispetto alla Fiorentina. Non mi sembra giusto mettermi allo stesso livello.

    E’ la partita migliore o peggiore che poteva capitarvi?
    Non è la miglior partita, se avessi potuto scegliere. Ma le tre partite che sembravano più semplici  ci hanno dato delusioni, magari portare via punti da qui potrebbe darci questo slancio, farci trovare fiducia e farci dire ‘ricordatevi di quanto siamo stati forti pochi mesi fa e possiamo tornare ad esserlo’.

    Da fuori sono tutti convinti che voi siate abbattuti, con la mazzata della cessione di Strootman. Quali sono i pensieri nello spogliatoio? Ci si sente di passaggio?
    Lo chiedi alla persona sbagliata. Io a Roma ho messo le radici, i calciatori sono lavoratori di passaggio dappertutto. Sono pochi quelli che restano tantissimo in una squadra, la Roma è una delle poche che può vantare questi giocatori. Sono nati e cresciuti qui e c’è anche qualcosaa di più che li spinge a restare. Si può fare anche al Real come Ramos, o invece si può andare via dopo qualche anno come Ronaldo. Il mercato è aperto due volte all’anno e offre sempre soluzioni. Il dispiacere per non vedere più alcuni compagni di squadra, anche molto forti, deve durare 2-3 giorni. Poi dobbiamo lavorare e portare a casa i risultati, poi c’è tempo per sentirci. Ho salutato tanti compagni che non avrei voluto salutare, ma questo è il calcio.

    Su Di Francesco.
    Non cambio la mia opinione. Non è il primo allenatore criticato, da una parte è anche normale quando non si vince. Siamo criticati anche noi e la società. A Roma è normale, vogliamo tutto subito ma anche qui a Madrid. Al primo anno di calcio importante ha portato la Roma dove non era mai stata, ha una filosofia di gioco precisa che ci ha portato a questi risultati. Ora non è felice dei risultati come non lo siamo noi. Mettere in discussione è a prescindere dalle sue qualità. Ma accade dappertutto, anche Spalletti ora all’Inter. E’ stato messo in dubbio anche lo scorso anno ma siamo andati in semifinale di Champions e siamo arrivati terzi. 
     

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