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  • Roma-Fiorentina, Spalletti contro Sousa: è la partita del Rinascimento

    Roma-Fiorentina, Spalletti contro Sousa: è la partita del Rinascimento

    • Matteo Quaglini
    Questo Roma-Fiorentina di stasera, che apre la 28° giornata di Serie A, è la nuova partita del calcio italiano. Sembra strano dirlo nell’anno in cui la Juventus sta confermando la sua dittatura sportiva illuminata, con un campionato che propone di giornata in giornata un nuovo, ma non concreto rivale. Eppure in questo contesto di alto conservatorismo calcistico qualcosa si muove, aprendosi alla sperimentazione.

    E’ in questa chiave che dobbiamo leggere l’idea di novità e di nuovo che si manifesta nella partita dell’Olimpico di oggi. Un modo di fare calcio aperto alla sperimentazione come detto, alla flessibilità tattica e dei movimenti, all’incidenza di una mentalità europea che trova anche in Italia laboratori disposti ad accoglierne le convinzioni eretiche per il nostro modo d’intendere il gioco. 

    Le città a raccogliere tali stimoli esterni, tali pensieri estranei all’ortodossia del calcio italiano, non potevano non essere, in fondo, che Firenze e Roma, aggiungendo anche Napoli. Tutte e tre per la loro storia capitali d’Europa e mondiali. Per questi motivi questo Roma-Fiorentina che si annuncia spettacolare e ricco di colpi di scena, è una partita nuova del nostro campionato. Perché inizia già da quest’anno con molte squadre una nuova fase storica del campionato, una fase cioè di sperimentazione e di gioco, tesa a migliorare i contenuti tecnici e tattici della Serie A. 

    Quest’idea che è nell’aria e che lentamente, ma con forza si muove non può che non fare bene anche alla Juventus cannibale e super vincente dell’ultimo quinquennio. Se una super monarchia accoglie positivamente l’avvento di tanti piccoli (per ora) rivoluzionari, allora, è in quel momento che il movimento tutto ne guadagna. Perché è in questa potenziale sfida di stili e ideologie calcistiche che sta l’evoluzione futura del nostro calcio. La Juventus dall’alto del suo magistero, queste cose le sa, e le interpreta come positive; ha bisogno della sfida per rinnovarsi sempre e rimanere vincente.

    Ma veniamo alla partita, perché poi ci vuole la pratica non solo la teoria. Si presenta come una gara bellissima e avvincente. Di fronte due squadre che studiano la flessibilità e gli interscambi del gioco, ragionando all’europea ma non essendo ancora complete.
    Immaginiamo la partita per contrapposizioni. Cominciamo alla rovescia, dall’attacco cioè: sostanzialmente entrambe tirano e attaccano allo stesso modo, ma con una differenza sottile e importante nell’efficacia a favore della Roma. La Fiorentina ha 294 tiri in 27 gare di cui 139 nello specchio; la Roma ha 299 tiri e 152 nello specchio. Perché? Perché la squadra di Paulo Sousa tiene in media partita tre minuti di più il pallone di quella di Spalletti, infatti, il possesso è 30’8” a 27’20”. Questo ci dice che alla Fiorentina piace molto costruire il gioco, controllarlo, indirizzare il ritmo della manovra, dare in un concetto unico importanza e centralità al centrocampo.

    Come vedremo subito non è una cattiva scelta, anzi è la strada per diventare una grande squadra. La Roma che pure ha un centrocampo forte, ha scelto più verticalità, in conseguenza anche di acciacchi fisici, assenze corte (De Rossi) e lunghe (Strootman) e di una scelta chiara che favorisce più gli interscambi complessivi che quelli tra i reparti come fa la Fiorentina.

    Due adattamenti dello stesso concetto – quello della flessibilità del gioco – che hanno la stessa radice. Per questo occorre studiare ogni minuto, ogni variazione, ogni cambiamento di questa partita, perché dentro c’è tradizione e innovazione.

    La chiave dunque è nella battaglia a centrocampo, dove Sousa è maestro e dove Spalletti conosce le contromisure. Entrambi centrocampisti da giocatori, su livelli diversi certo, ma con la stessa attenzione per la profondità dei meccanismi, sarà lì che decideranno con le loro mosse, questo Roma-Fiorentina.

    Studiando i rendimenti stagionali emergono dati interessanti: se compariamo i 6 centrocampisti principali delle due formazioni sommando le loro medie di rendimento, vedremo che il centrocampo della Fiorentina è più in forma e più incisivo di quello della Roma in questa stagione: la linea formata da Alonso-Badelj-Valero-Vecino-Bernardeschi-Ilicic ha 6,135 di media, quella di Nainggolan-Pjanic-Keita-Florenzi-Vainquer-Falque 5,916. 

    Una garantisce qualità e continuità, l’altra è più imprevedibile certo, ma meno continua e regolare, più soggetta all’indirizzo che prende la gara piuttosto che a indirizzare la gara. Se restringiamo il campo alle ultime quattro di campionato vediamo come che anche qui, nonostante le 6 vittorie consecutive della Roma, la Fiorentina sia avanti. Le stesse linee danno in vantaggio Firenze su Roma: il rendimento medio nell’ultimo mese dei centrocampisti di Sousa è 6,125 contro il 5,968 degli Spallettiani. 

    Ma il calcio l’abbiamo detto è anche uno contro uno e sono i giocatori di classe a incidere e decidere. E allora la Roma dovrà fare attenzione a Borja Valero 6,813 di media nelle ultime quattro, che ha manifestato contro il Napoli tutto il suo magistero appreso in Castiglia e Spagna orientale e al talento di Bernardeschi 6,438. La loro posizione a mezza via e tra le linee orienterà il gioco d’attacco e di conseguenza la risposta difensiva della Roma. Qui si gioca la partita.

    La Fiorentina dovrà stare attenta tecnicamente a due aspetti: il primo è un Pjanic che messo finalmente verticale e non più orizzontale potrà incidere col suo piede non solo su punizione e migliorare il suo 6,375 di media nell’ultimo mese. Il secondo la sua tenuta difensiva, la squadra di Sousa subisce il maggior numero di goal nell’ultima mezz’ora (12reti) nello stesso momento la Roma segna di più che negli altri minuti (21reti) sbilanciandosi però anche molto (19reti subite) contro le 12 della Fiorentina.

    Tirando le somme di questa gara due saranno i fattori che la determineranno: la contrapposizione a centrocampo e l’ultima mezz’ora quella in cui bisogna concludere tutto il lavoro fatto preventivamente. 

    Al finale comunque andrà sarà una partita si importante per la stagione (in gioco il terzo posto), ma più importante per la definizione di un altro passo verso la nuova idea di calcio italiano. L’allenatore Paulo Sousa, in conferenza ha parlato di opera d’arte, riguardo alla sua Fiorentina, citando i concetti d’intelligenza, arte, ambizione di conquista; dall’altro lato Spalletti elogiandolo gli ha risposto parlando di capolavoro dei suoi, di miglioramento strategico, fisico e sul gioco corto. Anche da queste parole, basi del linguaggio si capisce che questa è la partita del Rinascimento.

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