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  • Roma in vendita:| Americani, arabi o...

    Roma in vendita:| Americani, arabi o...

    Offerte vincolanti: c'è quella del fondo di Abu Dhabi. Si decide entro un mese. In lizza anche Angelucci.
    Gli americani non corrono da soli: per la Roma anche i soldi degli arabi.
    Americani, arabi, l'imprenditore romano Angelucci, ma non solo. Ieri alle 18, alla scadenza dei termini, in pochi si sarebbero aspettati un parterre così affollato per formulare un'offerta, stavolta vincolante, sulla Roma. Tutta colpa dello sbarco in Usa della banca che sta scrivendo il destino della società di Trigoria. Perché l'operazione che ha portato Oltreoceano i vertici dell'istituto di Piazza Cordusio, se da una parte è stata dettata dalla necessità di capire le reali intenzioni degli americani, allo stesso tempo aveva fatto passare il messaggio che la cordata guidata da Tom DiBenedetto fosse la più credibile.

    In realtà, mentre Unicredit scopriva le carte del gruppo Usa, altri soggetti stavano predisponendo il loro dossier, da ieri, sul tavolo dell'advisor Rothschild. La sorpresa più rumorosa è l'offerta presentata dal fondo arabo di Abu Dhabi, Aabar, assistito dallo studio legale Dla Piper. Il fondo presieduto da Khadem al-Qubaisi e già azionista di Unicredit con il 4,9 per cento era già uscito allo scoperto se non in maniera ufficiale, attraverso segnali che lo inserivano di diritto fra i pretendenti più seri all'acquisto del club giallorosso: così fino ad un black-out che sembrava averne decretato l'uscita di scena. Ieri, la definitiva controffensiva con la firma sotto ad una proposta che, fanno sapere fonti vicine ad Aabar, si avvicinerebbe ai 140 milioni di euro per il 67 per cento del pacchetto azionario in vendita. Il fondo di Abu Dhabi (il valore totale dei suoi asset si aggirerebbe intorno ai 13 miliardi di euro) colma, così, l'apparente distanza con l'offerta americana di DiBenedetto (si parla di circa 110/120 milioni di euro) e, in fatto di cifre, si distanzia da quella messa sul campo dall'imprenditore romano Gianpaolo Angelucci. Quest'ultimo fa sapere di aver privilegiato nella propria offensiva l'aspetto che riguarda la campagna rafforzamento della squadra a discapito della somma - circa 90 milioni di euro - per l'acquisizione della società Roma.

    La nuova, e decisiva, fase che porterà nel giro di un mese all'apertura della trattativa per definire la cessione della Roma si annuncia a tappe forzate. La prima mossa sarà quella dedicata alla scrematura delle offerte con la cancellazione di quelle ritenute meno funzionali al progetto per dare un futuro più che credibile al club di Trigoria (ieri all'advisor Rothschild sono arrivate anche altre due intenzioni di acquisto, una francese e l'altra ancora araba, entrambe, però, considerate ininfluenti). Dopo aver individuato da parte di Italpetroli il candidato più forte, si comincerà a stringere per arrivare alla fumata bianca. Gli Usa sono in corsa, così come Angelucci, imprenditore romano con interessi nella sanità privata (sessanta i centri di cura, 2000 i dipendenti), ma, adesso, fondamentale sarà capire il progetto del fondo di Abu Dhabi. «L'esame delle offerte vincolanti - così ha precisato Italpetroli nella tarda serata di ieri - avverrà sulla base di criteri non solo quantitativi, ma anche qualitativi». Tradotto: se della cordata a stelle e strisce e delle intenzioni di Angelucci si conoscono anche i particolari, degli arabi di Aabar ancora no.


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