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  • Romamania: Lukaku il simbolo, la flessione preoccupa. È finito l'effetto novità di De Rossi

    Romamania: Lukaku il simbolo, la flessione preoccupa. È finito l'effetto novità di De Rossi

    • Alessandro Austini
    Quando il calciomercato estivo stava per finire e ormai sembrava palese che le lamentele di Mourinho fossero più che giustificate, Dan Friedkin ha ordinato a Tiago Pinto di prendere Lukaku in prestito, senza badare a spese, e aspettare il suo arrivo col jet privato a Londra per riportare tutti a Roma, caricando a bordo il centravanti belga nello scalo di Bruxelles. Un’altra mossa cinematografica tipica della proprietà texana del club, che ama stupire e zittire gli scettici con i colpi di scena.

    Sette mesi dopo, con una partita appena pareggiata a Lecce senza segnare, l’ennesima dell’ultimo periodo che ha mostrato un Lukaku spento, è giusto interrogarsi su quanto stia incidendo effettivamente il colpo di mercato nell’annata romanista. Sulla prima parte di stagione poco da dire, Big Rom ha fatto centro tredici volte, risultando spesso e volentieri un trascinatore assoluto. Ma è altrettanto innegabile che il 2024 ci ha restituito un attaccante meno incisivo, al momento fermo a due gol in campionato in dodici partite, ai quali ha aggiunto altri due acuti in Europa League e poco altro.

    Viene da chiedersi quanto Lukaku si senta davvero al centro della Roma, se la sua condizione contrattuale lo possa portare, anche solo inconsciamente, a considerare l’esperienza in giallorosso solo una delle tante brevi tappe a termine della sua carriera da viaggiatore seriale, visto che in assenza dei benefici fiscali del Decreto Crescita pensare a un suo acquisto a titolo definitivo la prossima estate appare complesso. E lo sarebbe stato a prescindere.

    Qualora questi timori si tramutassero in una realtà consolidata ci sarebbe da preoccuparsi e non poco, perché finito l’effetto novità e freschezza portato da De Rossi, stanno fisiologicamente tornando a galla i limiti di una squadra nel complesso difettosa, che senza i colpi dei suoi (pochi) campioni alcune partite non le sa vincere.

    Nelle ultime tre gare la Roma ha segnato un solo gol, quello che le ha permesso di battere a fatica il Sassuolo in casa. Nella partita precedente di campionato aveva trovato il pareggio all’ultimo secondo a Firenze. Insomma la temuta flessione si è materializzata proprio nel momento in cui ogni risultato negativo può pesare di più. 

    Quella di Lecce era la partita da vincere assolutamente prima di un ciclo di impegni a dir poco complessi tra campionato ed Europa League. E invece la Roma è andata più vicina a perderla che a vincerla. Adesso deve andare a riprendersi i due punti smarriti al Via del Mare in uno dei prossimi scontri diretti. D’altronde non si può certo pensare di qualificarsi alla Champions League battendo in un campionato intero solo il Napoli, come avvenuto finora ai giallorossi se si guardano le gare giocate contro le prime otto squadre della classifica.

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