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  • Roma, profanata la tomba di Maestrelli: un atto barbarico e vigliacco

    Roma, profanata la tomba di Maestrelli: un atto barbarico e vigliacco

    • Giancarlo Governi

    «Non sarà un atto provocatorio, forse, ma sicuramente è un gesto che fa male a tutte quelle persone, ai tifosi biancocelesti, che hanno amato e continuano ad amare Tommaso Maestrelli». Così chiude www.globalist.it dando la notizia della profanazione della tomba dell'allenatore morto prematuramente.

    Io dico che questo è un gesto che non fa male a chi ha amato e continua ad amare Maestrelli, ma fa male a tutta l'umanità. Anche io non voglio pensare che sia stato un tifoso che voleva "vendicare" lo sgarbo ricevuto dalla sua squadra da parte dei grandi rivali cittadini, però non posso non accostare questo gesto ad altri gesti criminali di coloro che continuano a inneggiare all'efferato delitto Paparelli. La mamma dei cretini è sempre incinta, diceva Flaiano, ma questi non sono cretini qualsiasi, questi sono cretini con tendenze criminali.


    Il delitto perpetrato in un cimitero di Roma, dove l'abbandono e il degrado la fanno da padroni, rifugio di ladri e di senza tetto che vivono in mezzo alle tombe, è andato a scegliere una cappella dove c'era scritto il nome di Maestrelli fra le tantissime che aveva a disposizione: è difficile pensare che la scelta sia avvenuta per caso.

    Comunque non voglio incolpare nessuno, tanto meno i tifosi perbene della Roma, che sono un esercito e la stragrande maggioranza e che sono (ne sono sicuro) i primi a soffrirne. Voglio soltanto ribadire che Tommaso Maestrelli è un mito (si abusa oggi di questa parola ma qui è appropriata) non soltanto per noi laziali ma per tutto il calcio italiano. Quando si ammalò era pronta per lui la panchina della Nazionale, giusta considerazione del suo lavoro che aveva portato la squadra di una società sempre in lotta contro il fallimento continuamente in agguato, a vincere uno scudetto contro gli squadroni del Nord molto più ricchi e meglio attrezzati.

    Tommaso fu un esempio per tutti, non soltanto come maestro di calcio ma anche nella vita: un partigiano, un uomo onesto, un personaggio dalla grande umanità. Potrei concludere con un giù le mani sacrileghe da Maestrelli ma non lo farò perché sono sicuro che quelle mani appartengono a un emarginato che nulla sa di quel nome. Se poi non fosse così la umanità tutta avrebbe ricevuto un vulnus irreparabile.​


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