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  • Romamania: Edin Dzeko e la maledizione del centravanti

    Romamania: Edin Dzeko e la maledizione del centravanti

    Deve essere la maledizione del centravanti. Sullo sfondo degli ultimi 15 anni di Roma c'è la figura ingombrante di un numero 18 - due volte 9, non a caso - che trova la porta da ogni angolo possibile, che prende per mano un gruppo a caccia di un sogno tricolore. Fu un impatto deflagrante, quello di Gabriel Omar Batistuta nella capitale. Le gambe logorate dalle fatiche fiorentine bastarono per un girone d'andata e qualcosa in più. Una figura quasi mistica più che un semplice bomber di mestiere. Nel girone di ritorno fu decisivo l'altro centravanti, il numero 9, Vincenzo Montella, ma l'attitudine di Batistuta, che con i suoi gol sembrava quasi voler abbattere le porte avversarie, ha "viziato" il tifoso romanista. Che ha cercato in ogni attaccante arrivato dal 2003 - anno dell'addio - a oggi un possibile erede. Quell'erede che sembrava dover e poter essere Edin Dzeko. 

    Per il momento, l'avventura del bosniaco a Roma non sta andando come sperato dal fiume di tifosi che invase Fiumicino in estate. Il gol con il Siviglia nel match di presentazione aveva illuso e fatto innamorare tutti, l'incornata contro la Juventus aveva già il sapore del passaggio di consegne. E' presto per dire se sia stato o meno solo un abbaglio di fine agosto, l'espulsione rimediata contro il Genoa è solo l'ultimo atto delle difficoltà dell'ex attaccante di Wolfsburg e Manchester City. Mancano i gol, certo, ma manca anche un impianto di gioco in grado di mettere in condizione Dzeko di segnare con continuità. Sul taccuino della prima fetta di stagione del bosniaco pesano senz'altro alcuni errori clamorosi sotto porta: a Milano contro l'Inter e oggi contro il Genoa i più eclatanti. Non è stato certo l'approccio con l'Italia che tutti attendevano, ma è giusto provare ad aspettare ancora Edin Dzeko. Che non sarà Batistuta, ma può ancora dire la sua nella seconda parte di stagione.

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