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  • Romamania:| L'arabo non fa gol

    Romamania:| L'arabo non fa gol

    La vittoria sulla Juventus e il possibile ingresso di un principe giordano nelle quote societarie. Passato e futuro si accordano per dare una boccata d'ossigeno alla Roma e ai suoi sostenitori dopo un periodo condensato da polemiche e contestazioni. Ma come spesso accade a quest'ambiente, si perde di vista il concreto, il presente, in questo caso l'Atalanta. In molti addirittura danno il successo per scontato. Non è così. Se la Roma riuscisse a tornare da Bergamo con i tre punti sarebbe una vera e propria impresa, simile a quella di sabato scorso. Senza Castan, De Rossi e Totti la Roma perderà molto del proprio valore.  Andreazzoli lo sa e sta facendo di tutto per far rimanere concentrati i giocatori sulle questioni di campo, e secondo quanto riportano le cronache di Trigoria ci sta riuscendo.

    Sedute intense, si studiano i minimi particolari. Lo staff tecnico sta catechizzando tutti, quasi a voler esorcizzare le chiacchiere di questi giorni. Dal 2004 la Roma sportiva si interroga più sulla finanza che sul calcio, è più entusiasmata dai colletti bianchi che dalle magliette dei giocatori. Fu straordinario il lavoro psicologico di Capello e la reazione di tutta la squadra in quell'aprile di nove anni fa quando tramontò l'ipotesi di un passaggio di mano ad un magnate russo. Si diceva che avrebbe portato ingenti ricchezze e che la società avrebbe dominato sul mercato. Quella notizia nefasta rappresentava lo spezzarsi di ogni desiderio.

    Ma la Roma in campo fece il suo e strapazzò il Parma per 4-1 contendendo lo scudetto al grande Milan di Kakà e Shevchenko fino a poche giornate dal termine del campionato. Un altro sogno interrotto, quello di Soros, costò molto probabilmente uno scudetto. Nel 2008, stessa situazione di quattro anni prima. La Roma combatteva punto a punto sull'Inter e affrontava il Livorno ultimo in classifica all'Olimpico. In tribuna sventolava una bandiera americana ma Diamanti firmò l'1-1. Quella volta i giocatori non riuscirono ad isolarsi, la squadrà giocò nervosa e contratta, quei punti persi non furono mai recuperati.

    Nel frattempo la società è passata da Rosella Sensi a Pallotta (passando per DiBenedetto), il fatidico passaggio di testimone c'è stato, ma mancano i risultati sportivi. Dopo due anni di insuccessi la situazione è disperata. La società ha un passivo di bilancio di 58 milioni. Senza vittorie, i soldi non bastano mai. La gloria passa sempre per il rettangolo verde. E' la triste realtà: arabi, giordani, cinesi, americani, russi e 'palazzinari' possono tappare buchi, ratificare aumenti di capitale, ma saranno sempre incapaci di segnare gol.

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