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  • Sampdoria| Mauro Doimi, fisioterapista Mondiale

    Sampdoria| Mauro Doimi, fisioterapista Mondiale

    Sicuri del posto i rossocrociati Reto e Pada, quasi gli azzurri Angelo e Pazzo. Con tutta probabilità saranno loro quattro i sampdoriani a tenere alta in Sudafrica la bandiera blucerchiata. Quattro più uno, perché voluto fortemente da un certo Didier Drogba. Una persona non abituata ai riflettori, quelli, li lascia ai protagonisti; un uomo schivo, riservato e taciturno che il lavoro lo ha portato a girare il mondo e a disputare da fisioterapista - al seguito della nazionale della Costa d’Avorio - il suo secondo Campionato del Mondo. «Didier l’ho conosciuto quando ero al Chelsea - dice Mauro Doimi -, ho vissuto sei anni splendidi là ed è stato lui a proporre ad Eriksson, che a sua volta mi conosce bene, di portarmi in Sudafrica». Tuta. Mauro Doimi è uno di quei volti impossibili da dimenticare. Era quel ragazzo in tuta e con gli occhiali, in piedi accanto a Fausto Pari, nella foto di squadra che ha fatto epoca. Era il 1990/91, ovvero Scudetto. Dopo un lungo peregrinare che lo ha portato prima a Roma - due stagioni al seguito del ciclo vincente di Sven-Göran Eriksson e del Mancio sulla sponda biancoceleste - e poi nella Londra dei Blues - sei anni di successi con Ranieri, Mourinho, Grant, Scolari e Hiddink -, dalla scorsa estate il genovese Mauro è tornato a casa, a vestire ancora quella tuta e a prendersi cura dei ragazzi in blucerchiato. Emozione. Oggi, però, si trova a Saanenmöser, nelle Prealpi Svizzere, "prestato" dalla Sampdoria a Les Éléphants, gli Elefanti ivoriani, che proprio Eriksson guiderà a Sudafrica 2010 e che sfideranno Brasile, Portogallo e Corea del Nord. «Essere qui - ammette il fisioterapista doriano - è una grandissima emozione e un motivo d’orgoglio. Purtroppo è mancato il tempo per godersi la nostra festa-Champions, ma sono cose che càpitano: quella di partecipare a un Mondiale è un’occasione da prendere al volo, un’occasione che accade poche volte nella vita». Palcoscenico. Intanto, però, di debutto assoluto non si tratta. Su quel palcoscenico, Mauro ha già "operato" otto anni or sono. Segno che il suo nome, le sue mani e i suoi metodi sono riconosciuti e apprezzati a livello internazionale. «Già nel 2002 - racconta Doimi dal pre-ritiro elvetico - sono stato ai Campionati del Mondo in Corea e Giappone, aggregato alla comitiva argentina. In quel gruppo c’erano i laziali, soprattutto Juan Sebastián Verón. Fu un’esperienza indimenticabile quella che non vedo l’ora di poter rivivere per poi tuffarmi nuovamente nella Samp».

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