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  • Sampmania:| Cassano, un pessimo figlio

    Sampmania:| Cassano, un pessimo figlio

    • Matteo Oneto

    Questa volta è davvero finita. Dimentichiamo giocate sublimi, dribbling da playstation e colpi da campioni, che a causa della mia giovane età rimangono uniche per un giocatore in maglia blucerchiata. La straordinaria favola tra Antonio Cassano e la Sampdoria sta scrivendo in queste ore le sue ultime righe. Verrebbe da dire 'che peccato', ma in questo momento il mio pensiero si rivolge a Riccardo Garrone. Impresario genovese che un giorno viene tirato dentro ad una cordata per salvare la squadra della sua città che stava per finire nelle mani sbagliate. La gestione spesso un po' distaccata a causa della scarsa cultura calcistica, che da tempo ammette di avere il presidente, un giorno diventa amore. Quel giorno, quando la palla inizia a rotolare vicino ai piedi Antonio Cassano, Riccardo Garrone ha il suo primo colpo di fulmine calcistico per un ragazzo complicato che gioca come nessun altro, ma che proprio non riesce a mettere la testa a posto.

    Il presidente lo adotta come un figlio, lo tratta come il suo preferito, lo difende sempre a spada tratta anche quando sembra indifendibile (il lancio della maglia all'arbitro durante Samp-Torino). Lo incoraggia quando la Nazionale gli chiude lo porta, se lo tiene stretto quando l'accordo con la Fiorentina sembrava già tutto fatto. Cassanate o no, per Garrone il numero 99 non è un giocatore normale e quindi non può essere trattato come gli altri. Tutto questo fino alla 'zuffa' della scorsa settimana negli spogliatoi di Bogliasco, quando davanti si ritrova lo stesso ragazzino di tre anni fa che lo insultato come fosse l'ultimo arrivato. La delusione è troppo grande, impossibile perdonare una mancanza di rispetto così spregiudicata e inaspettata.

    Riccardo Garrone era convinto di aver cambiato quel ragazzino sfacciato, credeva che tutto ciò che aveva investito su di lui a livello di cuore aveva finalmente dato i suoi frutti. La reazione del suo 'preferito' gli ha però fatto aprire gli occhi: Cassano non cambia mai, perché continuare a trattarlo come qualcosa di diverso se è proprio uguale a tutti gli altri? La linea dura intrapresa della società è la risposta a questa domanda. Cassano per la prima volta nella sua carriera verrà trattato come un normale calciatore che ha mancato di rispetto al suo presidente. Addio Antonio, questa è l'ultima lezione che ti lascia quello che tu stesso pensavi fosse quasi come un padre, e che per una volta si comporterà proprio come farebbe un normale padre nei confronti di un normale figlio che lo ha deluso in maniera profonda.

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