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  • Sampmania: e se fosse una strategia?

    Sampmania: e se fosse una strategia?

    • Lorenzo Montaldo
    La notizia del possibile addio di Daniele Pradè dalla Sampdoria ha spiazzato tutti. È inutile girarci attorno, nessuno a Genova si aspettava uno sviluppo del genere. Il rinnovo del dirigente, al pari di quello di Carlo Osti, sembrava ormai cosa fatta. Il lungo tentennare della Sampdoria però sembra aver sortito l'effetto contrario: l'Udinese ha continuato a corteggiare il responsabile dell'Area Tecnica doriana, la firma ufficiale sul nuovo accordo non è arrivata e ad oggi l'addio di Pradè pare realmente vicino. È un risvolto davvero sorprendente, per certi versi clamoroso e che ovviamente ha lasciato parecchie inquietudini nei tifosi del club blucerchiato.

    La sensazione predominante è che, dopo Pecini, anche un altro importante membro della dirigenza sia pronto a fare le valigie in fretta e furia. Non un segnale confortante, sa molto di 'abbandonate la nave', come mi ha scritto un ragazzo che spesso commenta insieme a me gli articoli. In effetti, la sensazione è quella. Per carità, può trattarsi di coincidenze di mercato, di tempistiche che si sovrappongono, anche se credere al caso mi riesce sempre piuttosto difficile. Certo è che la Sampdoria rischia di ritrovarsi all'inizio della sessione estiva senza due elementi fondamentali del suo scacchiere. Sarebbe sicuramente una situazione piuttosto ingarbugliata da gestire.

    Voglio però provare ad essere positivo, esprimendo quel pensiero che in molti hanno elaborato pur senza ammetterlo ad alta voce. La Sampdoria potrebbe studiare un colpo a sorpresa:promuovere Pecini ad un ruolo di primissimo piano, dandogli totale disponibilità di mezzi e nuovi incarichi e deleghe. E se fosse un sistema per invogliare quello che attualmente è il direttore sportivo del settore giovanile con una proposta sfiziosa e interessante dal punto di vista gestionale e di carriera? Avrebbe anche una sua logica, perché vorrebbe dire riconoscere il giusto premio per un lavoro svolto in maniera ineccepibile, snellendo al contempo i quadri dirigenziali di Corte Lambruschini. Per certi versi potrebbe essere anche un salto nel vuoto, non è sicuro che Pecini accetti o che si possa smuovere dalla sua idea di lasciare la Samp, ma si rivelerebbe sicuramente una dimostrazione di stima e di fiducia di altissimo livello. Anche perché Pecini andrebbe a sostituire uno dei dirigenti più riconoscibili a livello nazionale e internazionale. Non male come eredità.

    Il lavoro dello scout lo abbiamo già elogiato molte volte, e non ha bisogno di essere ricordato. Non è neppure il caso di snocciolare il mantra di nomi pesanti scoperti dal Re Mida degli osservatori. E' strano anche pensare che a tentare Pecini sia – con tutto il rispetto – l'Empoli, una società che per blasone, storia e visibilità mediatica non può essere paragonata alla Samp. Ma è anche vero che chi conosce l'ex osservatore di Tottenham e Monaco ripete sempre un concetto: Pecini non punta al guadagno, e neppure troppo alla fama. E' un innamorato del suo lavoro e delle sue idee, e vuole portarle avanti nella maniera più coerente, e nelle società che glielo consentono.

    Non so dire se l'eventuale mossa del Doria sia quella giusta, né se realmente sono questi i piani di Ferrero. Mi rifiuto di pensare che la Samp si sia fatta cogliere in fallo in questo modo, senza aver blindato prima almeno uno dei due dirigenti, senza aver sondato la loro volontà e senza comunque preparare un Piano B da attuare in caso di necessità. Aspetteremo trepidanti l'evoluzione della vicenda, auguruandoci un lieto fine, che sia con Pradè o con Pecini. Sperare non costa nulla, aggrappiamoci a questa idea.

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