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    Sampmania: ho una domanda per mister Giampaolo, e una considerazione per Audero

    Sampmania: ho una domanda per mister Giampaolo, e una considerazione per Audero

    • Lorenzo Montaldo
    Un punto per uno, e va bene così. Un punto per uno che accontenta tutti, e non fa felice nessuno perchè accidenti, il derby sotto sotto lo vuoi sempre vincere. Anche se alla vigilia avresti firmato per un pareggio. La Sampdoria e il Genoa impattano al Ferraris, ma la sensazione che potesse andare diversamente c'è. Intendiamoci, si poteva scrivere un finale differente, ma non necessariamente migliore: per quanto visto nei novanta minuti di gioco, i rossoblù hanno creato di più. Sarebbe bastato qualche centimetro di più, o di meno, e staremmo raccontando un'altra partita. Quindi prendiamoci questo 1-1 che sa di via di mezzo, ma non accontentiamoci, perchè è il primo passo sulla strada per la mediocrità. E io di scivolare nel grigiore e nell'anonimato proprio non ne ho voglia. 

    Alla fine al sottoscritto, 'Giampaoliano' più o meno convinto, resta una domanda: “Perchè?” Il mio quesito ha un destinatario preciso, ossia la scelta di preferire Ramirez a Saponara. Perchè complicarsi la vita con una decisione che tutti, ma proprio tutti, hanno criticato? L'allenatore ha risposto indirettamente nel post partita: “Ho provato a forzare la gara nel finale, a giocare con Saponara e i due attaccanti ce la siamo rischiata”. Non sono d'accordo. Non penso che il trequartista italiano in campo dall'inizio avrebbe spostato così tanto in avanti il baricentro della squadra rispetto al collega uruguaiano. Tanto è vero che le cose 'migliori', se così si può dire, la Samp le ha fatte dal momento del suo ingresso in campo. Avrei potuto comprendere la spiegazione se avessimo parlato, che so, di Caprari, o di un assetto diverso con tre punte (eresia!). Ma così? Non mi convince la spiegazione. Mi viene da pensare che l'ago della bilancia sia stata la forzatura di Jankto titolare: magari, con uno tra Linetty e Barreto a disposizione, Saponara l'avremmo visto dal primo minuto, chissà. La controprova non l'avremo mai. Avrei capito di più anche un discorso ad ampio respiro, qualcosa del tipo “Non ho messo Saponara perchè pensavo avrebbe inciso maggiormente a gara in corso, nel secondo tempo, con le squadre allungate”. Ecco, questa è la domanda che mi sento di fare al mister. Perchè? Per capire, non per accusare.

    Per il resto, giova ricordare che con l'allenatore di Bellinzona in panchina la Sampdoria non ha mai perso neppure un derby sui cinque disputati. L'ultimo successo rossoblù risale all'8 maggio 2016. Sono passati 931 giorni, 133 domeniche. In quella Samp giocavano Palombo, De Silvestri e Cassano, nel Genoa c'erano Pavoletti e Suso. Ne trascorreranno ancora almeno 140, di giorni, sino al match di ritorno del 14 aprile 2019. A quel punto, il Genoa non vincerà un derby da 1071 giorni, nel calcio sono un'eternità. E tutto sommato, direi che è un piccolo record abbastanza soddisfacente. Ma soffermarsi su aspetti del genere suona da contentino, e come vi ho detto, a me non piace accontentarmi. 

    Merita di essere evidenziato però anche un aspetto positivo. Finalmente ho visto Audero compiere interventi realmente decisivi. La parata sul colpo di testa di Kouamé è meravigliosa. In diretta mi aveva ricordato, per come era arrivata, quello che viene ritenuto il più grande intervento nella storia di un portiere, ossia il miracolo di Banks su Pelé ai Mondiali del '70. Situazioni differenti, vero, ma togliere dalla porta quella zuccata da due passi dell'attaccante rossoblù, con la palla che picchia a terra ad un metro dalla linea, è una giocata fenomenale. Al di là del gesto tecnico, però, ad impressionarmi è stata la solidità mentale dell'estremo difensore scuola Juve. Penso che in carriera Audero non avesse mai giocato una partita così importante e sentita. Il suo primo derby era cominciato come un incubo, causando un rigore ingenuo – ma l'errore da matita rossa lì è di Andersen – che aveva regalato il pareggio al Genoa.  A quel punto ci voleva una forza mentale disarmante per riprendersi e per non liquefarsi. Audero l'ha trovata, e ha salvato la Samp. Ci sono momenti, nella carriera di un giocatore, che sono delle vere e proprie pietre angolari. Ecco, penso che per il numero uno blucerchiato il 25 novembre 2018 sarà una data da cerchiare sul calendario: quella in cui si è reso conto che la testa è davvero quella di un calciatore da Serie A.

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