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  • Sampmania: il turno di Dennis

    Sampmania: il turno di Dennis

    • Lorenzo Montaldo
    L'attesa per vedere di cosa è capace Dennis Praet, il grande colpo dell'estate della Sampdoria, potrebbe essere conclusa. I tifosi blucerchiati lo attendono, forse troppo, sin dal giorno del suo arrivo a Genova. Persino interrogandosi sulla giusta pronuncia del suo cognome (a proposito, amici dal Belgio mi confermano che sia 'Praat', con la 'a' allungata, io mi fido). Giampaolo ne aveva dato un'antipasto, giusto un assaggino per stuzzicare l'appetito

    Dopo averci permesso di spiluccare qualcosa per mezz'oretta scarsa contro l'Atalanta, però, il mister doriano ci ha tolto da sotto il naso il piatto forte, lasciandoci solo con una gran acquolina in bocca e tanta fame di grandi giocate e lampi di classe. 

    Ha fatto bene, l'allenatore blucerchiato. Gettarlo nella mischia da subito significava forse compromettere un investimento ingente e da far fruttare nel migliore dei modi possibili. Anche perchè l'attesa e le aspettative caricate sulle spalle di un ragazzo di neppure 22 anni si percepivano nitidamente nei giorni successivi al suo acquisto. 

    Che poi le spalle di Praet siano particolarmente larghe, è un altro discorso. E
    ro allo stadio, quando il numero 18 è entrato in campo con l'Atalanta per la sua prima sinfonia in blucerchiato. Non sono in grado di giudicarlo tecnicamente da un paio di spunti nel giorno della sua passerella, una cosa però mi ha colpito: la decisione con la quale si è buttato sul terreno di gioco. Nessuna incertezza, nessuna paura: chiedeva palla, si proponeva, discuteva con l'arbitro per un fallo non concesso, inseguiva i nerazzurri in pieno tentativo di rimonta. Per farlo, devi avere personalità.

    Da quel 28 agosto non lo abbiamo più visto, vero, ma sono convinto che sia stata la scelta migliore. Giampaolo ha una sua filosofia, chiara e precisa dal primo giorno: per giocare nella sua squadra bisogna conoscere a memoria schemi e movimenti. Se non li sai, non giochi, puoi pure essere la portata principale del menù. Anche questa è una tutela nei confronti sia dei suoi giocatori che del suo lavoro. Quasi tutti lo capiscono, e lo seguono. 

    Dopo l'espulsione di Alvarez si pensava che fosse ormai giunto il turno di Praet. Era la soluzione più logica, più naturale e più scontata. E in effetti, il mister doriano non ha fatto pretattica. "Gioca Praet", ha annunciato in conferenza stampa. Di fatto, un'investitura. Nessun ballottaggio con Bruno Fernandes, nessun cambio di modulo (apparentemente): in campo dal primo minuto, da subito, ad inventare sulla trequarti. E' la sua occasione, il piatto forte è in tavola; magari sarà proprio lui a servire il dessert domani...

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