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    Sampmania: mettete via le calcolatrici

    Sampmania: mettete via le calcolatrici

    • Lorenzo Montaldo
    Ho già letto, in giro sui social e sui vari siti e quotidiani, alcuni calcoli complicatissimi. La Sampdoria resterebbero in corsa per l’Europa se l’Atalanta non dovesse prendere 3 punti con il Milan, se i blucerchiati vincessero con il Napoli e se la Fiorentina pareggiasse o perdesse in casa con il Cagliari. A quel punto, la Samp si guadagnerebbe la chance di giocarsi il settimo nell’ultimissima partita, battendo la Spal e in concomitanza di risultati favorevoli tra Cagliari-Atalanta e Milan-Fiorentina. Ah, quasi dimenticavo: Giove dovrebbe allinearsi con la Terra e il Sole, ma attenzione, potrebbe non bastare. Serve anche una perfetta corrispondenza tra la Piramide di Giza in Egitto e quella di Teotihuacan in Messico. 

    L’ultima sconfitta con il Sassuolo ha spezzato definitivamente il sogno, ma vincendo contro i neroverdi ci saremmo ritrovati comunque a -2 dall’Atalanta. I calcoli sarebbero stati decisamente più semplici, eppure avremmo dovuto comunque guardare con ansia e apprensione Atalanta-Milan alle 18, augurandoci di battere il Napoli. Volete la cruda verità? Mettete via calcolatrici e fogli, la Sampdoria – anche quest’anno – in Europa non ci andrà. Anzi,  a voler essere brutalmente sinceri, nemmeno ce lo meritiamo. Intendiamoci, uso la prima persona plurale, ma mi riferisco alla squadra. Il pubblico blucerchiato ha poco da rimproverarsi, tra scooterate e ‘invasioni’ in trasferta. Certo, il calo di abbonati e di paganti al Ferraris è un elemento che va analizzato, un sintomo che probabilmente ha numerose cause e dovrebbe essere uno dei primissimi elementi su cui concentrarsi per il futuro. E’ innegabile la diminuzione di tifosi allo stadio, ma la passione di chi c’era non è mai venuta meno. Però la Sampdoria non si merita ugualmente l’Europa League. 

    Quante occasioni hanno fallito, i giocatori doriani? Tante, troppe. E’ vero, Giampaolo ha compiuto un mezzo miracolo. Con una squadra più debole, ha ottenuto di più rispetto ad un anno fa. La Samp ha praticamente lo stesso andamento in trasferta, anzi, vincendo a Ferrara nell’ultima di campionato il Doria conquisterebbe lo stesso identico numero di punti racimolati lontano dal Ferraris nell’arco della scorsa stagione, ossia 18. Il cammino a Genova, invece, è stato trionfale. Il Doria attuale ha fatto più punti, più gol, e ne ha subiti per il momento la stessa cifra, 55. Senza contare che nel campionato 2017/2018 sono cadute sotto i colpi della Samp la Juve, la Roma, il Milan, la Fiorentina e la stessa Atalanta, il Genoa… Insomma, Giampaolo si è persino migliorato, pur avendo perso i pezzi pregiati. E questo bisogna riconoscerglielo.

    Però a mio modo di vedere la Samp ha commesso un imperdonabile errore. Troppo spesso si è trincerata dietro il mantra “non eravamo attrezzati per quelle posizioni”. Quello che voleva essere un sistema per alleggerire la pressione si è trasformato in un boomerang estremamente dannoso. Questa lassezza, persino il clima in certi momenti addirittura ‘troppo’ salutare attorno alla squadra, ha sortito l’effetto opposto. Quando contava, la Samp era narcotizzata, incapace di trovare le motivazioni in uno stadio di provincia, con i palazzoni a ridosso del campo. Il messaggio che filtrava era deleterio: ormai l’obiettivo era già stato centrato, persino a metà stagione. Tutto il resto era un ‘di più’.  E in tanti imputiamo tale mentalità a Giampaolo, come se l’atteggiamento della squadra fosse esclusivamente una conseguenza dell’atteggiamento del suo allenatore. Sicuramente il tecnico doriano ha le sue responsabilità, ma quelle stesse responsabilità a livello motivazionale le ha anche – e in gran misura – la società. Non doveva passare quel concetto, probabilmente. Anche perché penso che la rosa della Sampdoria non sia più scarsa di quella della Fiorentina, e neppure di quella dell’Atalanta. E se la scossa nel girone di ritorno è arrivata dopo la strigliata post Benevento di Ferrero, un motivo forse ci sarà, no? 

    Come si possa porre un rimedio a questo clima un po’ troppo stucchevole, tutto rose, fiori, e unicorni, non lo so. Penso che si possa intervenire sul mercato, comprando i cosiddetti giocatori con gli attributi. E magari andando a prendere un paio di giocatori di buon livello, ma già all’apice della carriera. Quelli ‘alla Silvestre’ per intenderci, che in una realtà come quella genovese possono rimanerci alcuni anni. Si può anche tentare di ritoccare qualcosa sul fronte cessioni. Giusto per evitare di far passare il concetto “Sampdoria = anticamera di un anno”. Ma credo che questa lezione possa anche servire alla proprietà. La Samp come ’oasi di pace’ per i calciatori è un bel concetto, almeno sulla carta. Ma a volte è con un po' di pepe che si ottengono i risultati. 

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