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    Sampmania: 'Non l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno'

    Sampmania: 'Non l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno'

    • Lorenzo Montaldo
    Ormai lo avrete capito, sono appassionato di film di supereroi, in particolare del mondo Marvel. Posso però fare un’eccezione per Batman. Gli Avengers mi perdoneranno l’infedeltà, ma ho un amore sviscerato per la trilogia di Nolan. Ne Il Cavaliere Oscuro, il commissario Gordon dice che Harvey Dent “non è l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno”. Dove voglio arrivare? Ad un parallelismo con quello che si avvia a diventare il nuovo attaccante della Sampdoria. Gregoire Defrel probabilmente non è l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno in questo momento. Non me ne voglia il calciatore francese: non è per sminuirlo. Questo concetto deve essere anzi il suo punto di forza, l’argomento da cui ripartire per dare nuovo brio ad una carriera rallentata nell’ultimo anno.

    Mi spiego meglio. Dopo l’addio di Zapata, in molti a Genova - io compreso - si aspettavano il nome ad effetto, il gran colpo targato Ferrero in grado di far dimenticare il colombiano e soprattutto di garantire quei 15-18 gol di cui la Sampdoria ha tanto bisogno. Il profilo di Defrel era quello che generava il maggior scetticismo tra tutti quelli circolati, perché reduce da una stagione difficile con la Roma, frenata dagli infortuni, e poi perché non si tratta propriamente di un realizzatore nel senso classico del termine. Nella sua miglior stagione italiana, quella vissuta con il Sassuolo e che lo ha proiettato verso il giallorosso, aveva sfornato 4 assist e segnato 12 gol in campionato, 16 considerando anche le Coppe. Non sono numeri da centravanti puro, ma piuttosto sono le cifre di un’ottima seconda punta, una buona spalla per il bomber, abile ad aprire le difese in velocità e di inserirsi sfruttando i movimenti altrui. Dobbiamo però uscire da un equivoco. La Samp il terminale offensivo ‘vecchia scuola’ ce l’aveva già: era proprio Duvan, lo aveva pagato tanto, ma garantiva affidabilità e soprattutto continuità. Eppure il Doria lo ha venduto per andare su un profilo come Defrel: per questo motivo probabilmente sbagliavamo tutti nell’aspettarci l’arrivo di un grande numero 9, capace di esaltare la folla. Se la Samp avesse voluto un giocatore del genere, si sarebbe tenuta Zapata.  Defrel, quindi, non è e non sarà mai “quello che ci meritavamo”, o quello che bramavamo, bensì “quello di cui avevamo bisogno”. Quantomeno, quello di cui aveva bisogno Giampaolo. E se lo voleva lui, noi ci fidiamo.

    Defrel può giocare “in tutti i ruoli dell’attacco”: lo descrive così chi lo conosce bene, ma i suoi estimatori sostengono che dia il meglio da seconda punta o da esterno offensivo, indifferentemente destro o sinistro, nel 4-3-3. A me (paragone azzardato, lo so) ha sempre ricordato vagamente Muriel, guarda caso un altro per cui Giampaolo stravedeva, e un altro calciatore valorizzato dal tecnico di Bellinzona. Oltretutto la Samp Defrel lo aveva seguito già un’estate fa, proprio per rimpiazzare Muriel. C’è poi un’ulteriore considerazione da fare. Il probabile approdo a Genova dell'ex Cesena definisce in maniera precisa le gerarchie del reparto avanzato: si gioca a due in attacco, con il francese a sostegno di uno tra Quagliarella (probabilmente in avvio di stagione giocherà lui) e poi Kownacki. 

    In questo senso, la scelta di prendere Defrel può anche essere letta come un attestato di fiducia di Corte Lambruschini verso il ‘polacchino’: Sabatini ha preso un profilo complementare al centravanti classe 1997, perfetto per farlo giocare negli ultimi 20 metri, dove Kownacki si esalta e diventa letale. La presenza di Zapata spesso portava Giampaolo a snaturare le qualità di Dawid: molto più semplice far entrare a gara in corso l'ex Lech Poznan al posto di uno stanco Fabio Quagliarella, piuttosto che spedire in panchina il colombiano costato oltre 20 milioni. Kownacki, pur di giocare, si adattava anche in veste di rifinitore del terminale offensivo, che fosse Quagliarella o Zapata. Con Caprari, che pure per caratteristiche sembrava più compatibile, ci ha giocato pochissimo (logicamente, aggiungo io).

    L’arrivo di Defrel lo metterà nella condizione di lottare per il posto da titolare nella situazione a lui più congeniale, quella di squalo d’area di rigore. Dovete ammettere che è un’operazione che ha un suo senso in ottica mercato. Anche perché, per chiudere ancora sfruttando Batman “Non è tanto chi sei, quanto quello che fai, che ti qualifica”. Lo dice Rachel, parlando con Bruce Wayne. E se quello che farà Defrel sarà valorizzare uno o più compagni, ben venga; anche se non dovesse essere l’eroe che meritavamo, o nel nostro caso quello che ci aspettavamo.

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