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  • Sampmania: Sampdoriani nella Sampdoria

    Sampmania: Sampdoriani nella Sampdoria

    • Lorenzo Montaldo
    La 'tipica accoglienza ligure' con gli anni è diventata oggetto di barzelletta. E non si può negare che esista un fondo di verità. Figurarsi se il 'foresto', come a Genova chiamano gli abitanti di altre province, diventa presidente di uno degli orgogliosi simboli di identità genovese. Parliamo della squadra di calcio, ad esempio della Sampdoria, unica a portare in giro per l'Europa il nome della Superba con frequenza (l'altra squadra genovese c'è riuscita solo in due occasioni negli ultimi ventisette anni).

    Un destino, quello del 'poco amore' per il patron di turno, comune sia ai blucerchiati che al Genoa e che non garantirà mai il pieno appoggio da parte di tutto il pubblico alla proprietà. Figuratevi quale può essere stato il sentire comune quando Massimo Ferrero ha impattato su Genova. L'imprenditore romano ha spazzato via di colpo quel 'fil rouge' che da Mantovani - unico 'foresto' capace non soltanto di farsi adottare da una intera città, ma di diventarne lui a sua volta il padre putativo - conduceva fino ai Garrone. Loro sì ben radicati nel territorio, eppure invisi ad una parte di tifoseria che gli rinfacciava proprio un'altra peculiarità genovese, forse la più nota. Indovinate quale.

    Ma mentre sull'altra sponda della città hanno magagne ben più gravi da risolvere, tra inviti a dimettersi rivolti al presidente e appelli a disertare lo stadio, la Sampdoria sta vivendo la prima vera annata di tranquillità sotto la gestione Ferrero. Il Doria si culla tra conti in ordine, formazione composta da giovani di proprietà, tecnico apprezzato e investimenti importanti previsti tra settore giovanile, polo di Bogliasco e stadio di proprietà. Un presente sorridente, insomma, ma la scollatura tra tifosi e proprietà c'è ancora. Magari latente, smorzata da una squadra divertente e che si fa benvolere, ma esiste. Ed è dovuta - anche - alla difficoltà che incontra il tifoso nel riconoscersi in un presidente che fa (giustamente) sfoggio della sua 'romanità', come il genovese si fa vanto del suo essere ligure. Mantovani venne accettato così facilmente ovviamente grazie ai risultati ottenuti, ma anche per la sua capacità di unire i lati positivi della sua natura romana e della sua terra d'adozione. Generoso eppure riservato, capace di sentimenti forti senza bisogno di eccessi. Rispettoso degli altri, e in grado di mantenere la giusta distanza quando necessario. Il meglio delle due città, insomma, tenendo lontane le sfaccettature negative.

    Di Paolo Mantovani, però, ne passa uno ogni due secoli. Per qualunque altro presidente forésto, ridurre il gap con la città resta un'impresa estremamente complicata. E Ferrero, di cui tutto si può dire tranne che sia uno sprovveduto, sembra averlo capito. E piano piano sta attuando una politica volta a riportare i blucerchiati all'interno della Sampdoria. Al suo arrivo, nell'organico ne figuravano 3. Due nati a Genova, ossia lo storico team manager Giorgio Ajazzone e il medico societario Amedeo Baldari, e un terzo ormai genovese acquisito: Giovanni Invernizzi in Liguria - e in blucerchiato - c'è dal 1989, e non sembra intenzionato a lasciare.

    Si tratta di figure magari non tra le più appariscenti, ma che ricoprono un ruolo fondamentale negli equilibri di una squadra. Sono i personaggi del genere che spiegano ai nuovi cosa significhi indossare certi colori. Sono quelli che mantengono ben oliati certi meccanismi, e spesso fungono anche da cuscinetto per evitare frizioni e attriti con l'ambiente. Alla colonia dei 'superstiti', Ferrero ne ha aggiunti altri due. Uno in campo, ossia Christian Puggioni (abbiamo visto tutti con quali risultati) l'altro invece ai piani alti di Corte Lambruschini: è Riccardo Pecini, dichiaratamente sampdoriano e universalmente riconosciuto come uno dei fuoriclasse a livello societario.

    Il gruppetto, oramai piuttosto nutrito, potrebbe ulteriormente allargarsi. Enrico Nicolini, come gli capitava anche in carriera, ha fornito un assist invitante. Un cross che Ferrero ha sfruttato al volo: "Chiamalo, uno così deve lavorare da noi", ha detto al ds Osti. Non ci dimentichiamo che il Viperetta è un uomo d'affari, certe occasioni - anche mediatiche, per carità - le annusa subito. Il 'Netzer', uno dei personaggi più amati dalla Gradinata Sud, di nuovo in blucerchiato? Si tratterebbe di un ulteriore tassello in grado di aumentare il livello di 'sampdorianità' della società, perchè negarselo?

    Tutti contenti, tutti felici: Nicolini di nuovo in blucerchiato, e per Ferrero un nuovo elemento utile per ridurre la distanza tra sé e un mondo che non gli appartiene, e che sta imparando a conoscere. Anche perchè i tifosi non si possono identificare in qualcosa che non riconoscono, che è troppo 'diverso' da quello a cui sono abituati. Rimettiamo i Sampdoriani nella Sampdoria, allora. A partire da Enrico Nicolini, ma facciamolo a prescindere dal suo 'gran rifiuto'. Conviene a tutti.

    @MontaldoLorenzo

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