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  • Sassuolo – Fiorentina: parla Pea

    Sassuolo – Fiorentina: parla Pea

    • L.C.

    Per presentare la sfida di domenica prossima a Reggio Emilia contro il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, il settimanale Brivido Sportivo ha contattato in esclusiva l’ex tecnico degli emiliani, Fulvio Pea (attualmente allenatore della Juve Stabia), ovvero uno degli artefici della favola-Sassuolo. Colui che ha dato il ‘la’ a quello che è diventato il momento magico di una compagine che sta disputando, per la prima volta nella sua storia, il campionato di serie A. C’era Pea, nel 2011-12, sulla panchina del Sassuolo quando la squadra, dopo essere arrivata terza in classifica (con 80 punti fatti, solo 3 in meno della coppia capolista formata da Pescara e Torino) in seguito ad un campionato pressoché perfetto e stupefacente, fu eliminata dalla Sampdoria nella semifinale dei play-off, sfiorando il miracolo-promozione. Miracolo rimandato e portato a termine un anno dopo dal suo successore, Di Francesco. Un risultato, quello ottenuto da Pea nella stagione 2011-12, che fu motivo di grandi complimenti da parte di tutto il mondo del calcio (perfino quelli di Mourinho) e che portò il suo nome alla ribalta e ad essere affiancato a tante squadre di serie A. Fiorentina compresa.   

    Fulvio Pea, iniziamo dal suo passato da allenatore del Sassuolo e da quella semifinale play-off persa contro la Sampdoria… dopo un campionato strepitoso. Quali sono i suoi ricordi?
    «Quello fu un campionato bellissimo per me e per il Sassuolo. Sicuramente indimenticabile e ricco di soddisfazioni. Quando iniziò il campionato ci chiamavano ‘i retrocessi’, perché avevamo in rosa ben 10 giocatori che provenivano da Triestina, Piacenza e Frosinone: squadre che alla fine della stagione precedente, appunto, retrocessero. Da lì in poi, invece, per noi iniziò un campionato ben giocato e alla fine del quale collezionammo 80 punti, vantando numeri di altissimo livello come la 2ª miglior difesa e il 4° miglior attacco del torneo. Doveva essere l’anno zero, invece fu importantissimo per tutti noi, ma soprattutto per me perché era il primo anno che ricominciavo a lavorare con i grandi dopo l’avventura con le Giovanili dell’Inter. Per quanto riguarda, poi, la semifinale play-off contro la Samp… preferisco rimanere sul terreno di gioco, dove la mia squadra giocò alla pari contro una formazione allestita per raggiungere la serie A. Solo un episodio rese vane le nostre speranze».
    Campionato, quello di serie B alla guida del Sassuolo, che le fece riscuotere complimenti da ogni parte d’Italia e da tanti addetti ai lavori. Perfino da Mourinho, col quale, appunto, ha collaborato nell’Inter (lei alle Giovanili e lui in prima squadra). Ci racconta il rapporto con lo ‘Special One’?
    «Mourinho è ‘Special One’ non solo in campo, ma anche fuori. Ho avuto la possibilità di avere un rapporto diretto con lui e di accedere e assistere agli allenamenti da lui svolti quando era alla guida dell’Inter: per me è stato un momento importante e di crescita».
    Senta, se il Sassuolo oggi è in serie A, non pensa che un po’ di merito sia anche suo?
    «Non penso a queste cose. Anzi. Penso solo che è un piacere vedere che 10/11 dei ragazzi che erano con me, sono riusciti nell’impresa storica di raggiungere la massima serie, vincendo il campionato cadetto e dimostrando uno strapotere tecnico notevole. Il resto non conta».
    In virtù della sua bella avventura col Sassuolo, un anno e mezzo fa il suo nome fu addirittura accostato alla panchina della Fiorentina (prima che venisse ingaggiato Montella)... cosa ci fu di vero?
    «Furono solo voci. Niente di più. Non c’è mai stato nessun contato tra me e la Fiorentina e nessun incontro. E devo dire che, se fossi stato un tifoso della Fiorentina, avrei voluto alla guida della mia squadra un allenatore con più esperienza della mia… uno che avesse un nome, che fosse una garanzia. In viola, infatti, è arrivato Montella, un tecnico che sta facendo davvero un percorso straordinario con la Fiorentina. È molto preparato e molto bravo. Se le voci mi hanno fatto piacere? Certo, fanno sempre piacere, ma poi si torna alla realtà dei fatti».
    Passiamo al presente. La Fiorentina giocherà l’ultima partita del 2013 a Reggio Emilia contro il Sassuolo. A tal proposito le chiedo: che partita si aspetta e cosa o chi deve temere la squadra di Montella?
    «La Fiorentina deve temere solo se stessa. Ha un parco giocatori interessante e un mister che riesce a trovare sempre nuove strategie per far rendere al meglio ed esaltare le qualità dei propri giocatori e, allo stesso tempo, per mettere in difficoltà l’avversario di turno. All’occorrenza sa cambiare modulo e uomini e plasmare la sua squadra. Quindi… Certo, se poi volete sapere quale giocatore del Sassuolo ritengo possa diventare pericoloso per la Fiorentina, allora rispondo Berardi: è giovane, di prospettiva e ha delle qualità davvero importanti».
    Il giocatore viola che l’ha colpita di più?
    «Sono troppo banale se dico che Cuadrado e Borja Valero sono straordinari?».
    Cuadrado mancherà a Reggio Emilia contro il Sassuolo. I viola sentiranno la sua mancanza, oppure con Joaquin non avranno problemi?
    «Il colombiano è assolutamente difficile da sostituire. Quasi impossibile. È un giocatore di livello internazionale e fondamentale per le sue qualità fisiche, per il suo dinamismo, per come sa lasciare il segno nell’arco dei 90 minuti. Ma la Fiorentina, in effetti, ha Joaquin che è simile a Cuadrado. E poi un Montella in panchina che sa bene come spostare le pedine della sua dama…».
    L’obiettivo della Fiorentina deve essere la Champions, nonostante la tanta concorrenza…? 
    «Certo. Deve essere la Champions, perché il raggiungimento dell’Europa ‘che conta’ terrebbe alto il morale del presidente che, così, continuerebbe ad investire. Con un impianto di squadra così buono, bastano pochi correttivi per poter dar vita ad una squadra di vertice e andare a far compagnia, lassù, alla Juventus…».


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