Calciomercato.com

  • Sassuolomania: 'Berardi è forte, punto'

    Sassuolomania: 'Berardi è forte, punto'

    "Berardi è forte, punto. Ma ha bisogno di essere allenato da Di Francesco". Risate. "Quindi La vedremo sulla panchina della Juve?". Ride ancora, poi risponde prontamente come al solito: "No, quindi Berardi deve restare qui al Sassuolo".

    Domenica, nel post-partita, m'è capitato di assistere a questo scambio di battute tra Di Francesco e un giornalista. Il clima era disteso, avevamo battuto un'altra volta il Milan. Oggi riporto questo siparietto non tanto perché faccia ridere, ma perché significativo; in un momento delicato com'è questo dal punto di vista del mercato e delle trattative in corso, seppure sotto forma di scherzo o, potremmo azzardare, proprio perché sotto forma di scherzo, mi sembra emersa la volontà del Mister. Rimanere, ma a certe condizioni.

    La condizione Berardi, per esempio. Difficile. Infatti i numeri di Berardi parlano chiaro ai pretendenti: in due anni di Serie A (59 presenze) ha segnato 30 gol, 16 la stagione scorsa, 14 quest'anno. Nessun Under 20 dei cinque maggiori campionati europei ha fatto meglio. Quella contro il Milan (ricordiamoci che Diego Lopez, autore di una clamorosa papera, è stato bravo a negargli un altro gol praticamente già fatto, quello del poker) è inoltre la quarta tripletta personale.

    Tutto già deciso? Berardi alla Juve? Per niente. Il giovane talento calabrese in un'intervista pubblicata dalla Gazzetta il 17 marzo afferma: "Vedremo a giugno cosa fare, ma credo di restare". Se a questo punto a voi non viene spontaneo pensarlo, io credo, per fare un po' l'ingenuo, che incrociando le battute del Mister con le dichiarazioni di Berardi qualcosa come un tacito accordo si stia già delineando. "Se rimaniamo insieme" canterebbe Jovanotti "potremo anche volare". L'immagine di Berardi e Di Francesco in volo in un prossimo futuro, giacca e cravatta l'uno, calzoncini l'altro, è raccapricciante, d'accordo, ma (fortunatamente per noi) non ancora inverosimile. Perciò crediamoci!

    Da queste fantasie proibite del tifoso neroverde, passiamo ora ad altri fantasmi, i famigerati gol-fantasma. Ovviamente prendiamo l'ultimo in questione, visto che ci tocca da vicino e visto che abbiamo parlato della tripletta di Berardi. La moviola dice che il pallone non è tutto al di là della linea. Le conseguenze sarebbero state molteplici, e per citarne solo alcune in qualità d'esempio, Berardi non avrebbe portato in vantaggio il Sassuolo e non avrebbe segnato una tripletta, Di Francesco non l'avrebbe elogiato con quell'enfasi ai microfoni, ed io (forse) non avrei scritto un articoletto in cui cito il Jovanotti più melenso, ecc.. En passant: molti si soffermano sulla papera di Lopez, però che dire di quel tiro a scendere che ti rimbalza all'ultimo come una mina inesplosa? Per me, quando gioca Berardi, ci vuole il "pericolo mine" affisso a uno dei due pali più che la Goal line technology.

    Esaurite le scemenze, veniamo al dunque. Rispetto all'IFAB e alla FIFA, che dal 2012 consentono l'uso delle tecnologie di porta, la nostra FIGC è leggermente in ritardo. Solo quest'anno, ben tre anni dopo, Tavecchio e co. hanno preso in seria considerazione l'ipotesi, fino a spingersi a dichiarare ineluttabile la sorveglianza dell' Occhio di falco a partire dal prossimo campionato di Serie A. La Federcalcio, in realtà, volendo strafare, aveva addirittura programmato una sperimentazione da effettuarsi in questo finale di stagione: montiamo tutte le telecamere necessarie per la finale di Coppa Italia! Sì, proprio quella che si è giocata ieri sera senza telecamere necessarie. La ragione è che, avendo la Juve raggiunto la finale di Champions, non si poteva giocare la finale di Coppa Italia il giorno dopo, evidentemente; così si è provveduto anticipando l'evento nostrano e rimandando all'aria i buoni propositi tecnologici. O cattivi: perché de gustibus..  

    Altre Notizie