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  • Sassuolomania: Bucchi l'emergente

    Sassuolomania: Bucchi l'emergente

    • Luca Bedogni
    Cristian Bucchi ha giocato l'ultima parentesi da attaccante professionista nel Pescara, in Serie B. Era il 2011 quando arrivò alla corte di Di Francesco girato in prestito dal Napoli, nel mercato di gennaio. Segnò una rete in undici presenze, poi annunciò il ritiro dall'attività agonistica. Fu proprio Eusebio, dunque, il suo ultimo Mister; non trovate questo fatto, di per sé, singolarmente suggestivo?

    Comunque sia, appesi gli scarpini al chiodo, Bucchi non fece a tempo ad ammirare da spettatore il Delfino di Zeman, il primo posto e la conseguente promozione in A, che l'anno successivo sedeva già sulla panchina della Primavera biancazzurra. In massima serie iniziò l'anno Giovanni Stroppa (ora tecnico del Foggia), poi dal 18 novembre fino al 4 marzo toccò a Cristiano Bergodi, infine quando ormai la situazione era più che compromessa, la società si rivolse a lui. Con alle spalle neanche un anno di esperienza da allenatore nelle giovanili, Bucchi si è trovato su una panchina di Serie A a guidare una squadra in caduta libera. Subito una macchia: in undici partite un solo punto, in casa della Roma, quindi la retrocessione.

    Ma non è da qui che bisogna partire, se vogliamo parlare di Bucchi allenatore, di Bucchi nuovo allenatore del Sassuolo Calcio. Un inizio così precipitoso, in una situazione del genere ovviamente non fa testo. Inoltre stiamo parlando di cinque anni fa. Oggi Bucchi torna in Emilia (c'era già stato nel 2005/2006, quando vinse il titolo di capocannoniere della B coi canarini, in quella che forse è stata la sua miglior stagione da giocatore) risalendo nuovamente in A dopo essersi fatto le ossa in Lega Pro (Gubbio, Torres, Maceratese), e soprattutto per aver ottenuto il 4° posto col Perugia nel campionato cadetto appena concluso.

    In realtà la svolta nel curriculum di Bucchi avviene a Macerata, stagione 2015/2016. Qui con una squadra neopromossa conquista il terzo posto nel Girone B, quello vinto dalla Spal di Semplici, che adesso è nota a tutti per il doppio salto. Dietro agli Estensi, il Pisa di Gattuso, che ottenne poi la promozione ai playoff, liquidando ai quarti, prima di Pordenone e Foggia, la Maceratese stessa. Quell'anno però va detto anche che i marchigiani sconfissero due volte su due la capolista, calando addirittura il poker nella partita di ritorno, vinta a Ferrara per 1-4.

    Passato in estate al Perugia, una categoria sopra, Bucchi è tornato a battere la Spal nello scorso settembre (1-0). Al di là del quarto posto e del raggiungimento della semifinale playoff (persa col Benevento poi promosso in A), il Perugia si è infatti distinto negli scontri diretti. Oltre alla vittoria sulla Spal, che si sarebbe poi vendicata nel girone di ritorno, spiccano quelle sul Frosinone (1-2) e il Cittadella (2-0) in ottobre, e sullo stesso Benevento in primavera (3-1). Nemmeno il Verona è riuscito a battere il Perugia di Bucchi; contro di lui, gli scaligeri non sono mai andati oltre il pareggio. Tra le prime classificate, in conclusione, soltanto la Spal l'ha spuntata sul Perugia in regular season, e soltanto una volta, dopo esser stata sconfitta.

    Guardando tuttavia i numeri del Grifone, balza all'occhio un dato interessante: soltanto le retrocesse Pisa e Latina hanno pareggiato di più (21 volte rispetto alle 20 del Perugia). Inoltre delle squadre che hanno lottato per la promozione, quella di Bucchi è la sola ad aver vinto 8 volte in casa: pochino, no? Eppure, anche con queste anomalie il suo Perugia poteva salire, non ci sarebbe stato nulla di scandaloso. Forse, però, è stato meglio così. Per il Sassuolo, intendo.

    Non si può dire infatti che Bucchi non sia un tecnico emergente nel vero senso della parola, osservando la traiettoria che ha effettuato in questi ultimi due anni. Non resta perciò che augurargli buona fortuna, confidando in quanto ha dichiarato l'altro ieri, a proposito di riferimenti: oltre a Giampaolo, che pure lo ha allenato (nell'Ascoli 2004/2005), svetta ancora una volta il nome di Di Francesco. Continuità? Sarà 4-3-3, tranquilli.                 

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