Calciomercato.com

  • Savoia, le prime nozze gay nel calcio abbatteranno il muro dell'ipocrisia?

    Savoia, le prime nozze gay nel calcio abbatteranno il muro dell'ipocrisia?

    • Marco Bernardini
    Molte di quelle che siamo soliti definire come “eccezioni” non sono tali. E’ l’ipocrisia, insieme con l’ignoranza e l’intolleranza, a trasformare situazioni assolutamente normali in modelli “contro natura”.

    L’omosessualità, purtroppo, si trova ancora in cima alla lista nera dei residui tabù che contraddistinguono il mondo del calcio. Due giorni fa, il 10 di ottobre, una salutare spallata è stata data all’intollerabile muro che ancora separa i rappresentati del movimento calcistico italiano da quello che, seppure con una certa fatica intellettuale, è diventato il registro ormai in funzione della società civile.

    Di fronte al sindaco di Castello di Decima, un paesino dell’agro capitolino, Gianni Salzano e il suo compagno Carlo hanno ricevuto la “benedizione” laica che consentirà loro di vivere come una coppia ufficialmente “legale” dopo ventidue anni di convivenza “clandestina”. L’eccezionalità del felice evento non sta nel fatto specifico che sta diventando regola, ma nel ruolo sociale e pubblico di uno dei due soggetti  interessati.

    Gianni, 46 anni, e Carlo, di poco più giovane, sono due imprenditori romani che operano nel settore della sanità. Per il primo va segnalato un valore aggiunto che provvede a rendere speciale ciò che è accaduto. Salzano, infatti, dopo essere stato per anni presidente della società di calcio Lupa Castelli, militante in Lega Pro, da una stagione è il vice nel Savoia Calcio di Torre Annunziata, cittadina distante pochi chilometri da Napoli.

    Ebbene, è la prima volta che nella storia del pallone un dirigente gay non solo provvede al necessario outing ma addirittura celebra, con gioia, il proprio status di omosessuale con il matrimonio di unione civile. L’aspetto più positivo e forse anche maggiormente inatteso della vicenda riguarda le reazione arrivate dall’esterno della coppia subito dopo l’annuncio pubblico. Dei quarantamila abitanti di Torre Annunziata non uno solo di essi si è permesso di sussurrare allo scandalo e, al contrario, dalla comunità napoletana sono arrivati ai due nuovi compagni di vita le felicitazioni più sentite.

    I tifosi del Savoia, addirittura, stanno elaborando striscioni beneauguranti per la coppia da esporre dentro lo stadio la domenica in cui la squadra giocherà in casa. Questa la cronaca alla quale ritengo opportuno debbano far seguito alcune brevi ma doverose riflessioni certamente non di ordine morale ma di carattere sociale.

    Probabilmente, si tratta di un augurio, il vergognoso muro dell’omertà e dell’ipocrisia fin qui sorretto in piedi dal mondo del calcio sta per crollare. Già lo sport in generale ha provveduto a rendersi soggetto socialmente  intelligente attraverso le confessioni e gli outing di atleti e atlete insospettabili impegnati in discipline olimpiche o tennistiche a livello professionale. L’ambiente del pallone mai. Anzi, aggrappati ad una sorta di veteromachismo o di omofibia, alcuni fra i protagonisti hanno rigettato quella che loro ritengono una infamante diversità nel modo più volgare e stupido.

    Tavecchio che afferma di voler “tenere gli omosessuali ben lontani” da lui. Sarri che definisce, tout court, “finocchio” il collega Mancini. L’ex presidente di Lega Pro, Belloli, che parando delle calciatrici  usa la frase “quel gruppo di lesbiche”. Lo stesso Ibrahimovic il quale, indicato come possibile bisex, invita il suo “accusatore” a fargli visita in casa accompagnato da sua madre e da sua sorella. Salvo poi vedere le fotografie di calciatori, soprattutto inglesi, che dopo un gol, si baciano sulla bocca senza poter capire se usano anche la lingua. Sono gli esempi più recenti di una lista lunghissima e ipocrita. Nessuno, ripeto nessuno, nel Napoletano ha osato definire Gianni Salzano un “friarello”.

    La coppia del Savoia Calcio (foto VesuvioLive.it), dunque, dovrebbe aver impresso un colpo di timone per una radicale svolta verso la cancellazione di una “diversità” che non è eccezione. E non occorre necessariamente essere agnostici o atei per ritenere l’omosessualità un fenomeno assolutamente naturale. In un Vangelo non apocrifo, per esempio, si legge che Gesù accetta di buon grado l’ospitalità di un centurione che lo invita nella sua abitazione dove si trova, malato e bisognoso di conforto, il suo compagno di vita e di letto. Più in alto di così, da questa nostra terra, è impossibile andare.
     

    Altre Notizie