Schick: 'Scelsi la Juve, non vedevo l'ora. Futuro? In un club migliore. Le visite...'
MERCATO - "Alla fine della stagione potevo scegliere, le offerte che mi piacevano di più arrivavano da Torino, Milano e Roma. Scelsi la Juventus, ero stato chiamato da Nedved e tutto sembrava affascinante. Non vedevo l’ora. A giugno mi sentivo un giocatore della Juventus, ma in realtà non lo ero. Le visite mediche a Torino? Sapevo che non era niente di serio, era un’infiammazione cardiaca che era passata, stavo bene, sapevo di avere abbastanza tempo per riposare e che tutto sarebbe stato normale, ma la Juventus rinviò il mio trasferimento. Quando tornai dalle vacanze, il mio agente Paska mi disse che sarei dovuto tornare a Torino per altri test. Risposi che non sarei andato da nessuna parte. Alla Juventus non importava più di me, ero un po’ arrabbiato. A metà luglio, la clausola di risoluzione da 25 milioni non fu più valida, dunque il presidente della Sampdoria mi disse che avrebbe voluto spuntare il prezzo più alto possibile e lo fece, cedendomi per 40 milioni di euro alla Roma. Quando ho firmato, ho provato grande sollievo perché potevo concentrarmi solamente sul calcio. Sono sicuramente più tranquillo di un anno fa a Genova, perché arrivai come un signor nessuno, ma qui tutti mi conoscono, sanno che sono un giovane che qualcosa ha fatto. Kolarov mi ha rassicurato e mi ha detto di non subire il peso del costo del mio cartellino, di star calmo e che tutto sarebbe andato bene e che sono stati loro a voler spendere quei soldi e l’hanno fatto".
FUTURO - "Spero di potermi trasferire tra qualche anno in un club ancora migliore, dove sarò pagato ancora meglio, è una motivazione che mi ha sempre aiutato molto. Dove? Non credo di poter andare molto più in alto di così. Ma forse restano un paio di club... diciamo Real Madrid, Barcellona o Manchester United".