Calciomercato.com

  • Scommesse: se basta un sms per infangare Conte, questo calcio è morto

    Scommesse: se basta un sms per infangare Conte, questo calcio è morto

    A mano a mano che i magistrati di Cremona, Bari,  Napoli e Reggio Calabria dipanano la matassa dello scandalo scommesse, si rafforza l'impressione che il calcio italiano debba fare i conti con un verminaio tale da metterne a repentaglio la sua stessa sopravvivenza, in termini di credibilità dell'intero Sistema.

    Calciatori comprati e venduti, partite taroccate, società sospettate di non essere vittime di truffa, ma corresponsabili a vario titolo di un imbroglio semopre più gigantesco di cui hanno fatto le spese milioni di tifosi e gli scommettitori legali.

    E' un girone infernale dove rischia di essere scaraventato anche chi non c'entra niente, chi non ha fatto niente, chi non è mai stato nemmeno convocato per una volta dagli investigatori anche soltanto per produrre i documenti d'identità.

    E' il caso di Antonio Conte, allenatore della Juve in lotta per lo scudetto e la Coppa Italia: è bastato un sms, del testo di tre parole ("Conte è contattabile?") citato da uno dei personaggi al centro dell'inchiesta, per scatenare l'iradiddio. Improvvisamente, il tecnico si è ritrovato coinvolto, aspirato, catapultato nel ventilatore del fango. E nella corsa a chi la spara più grossa, c'è stato chi ha ipotizzato una sua omessa denuncia, chi ha paventato chissà quali ripercussioni per la Juve e via sparando facezie.

    Questo è un copione già visto, ma che puntualmente si rinnova. Venne inaugurato nel giugno scorso quando, ad esempio, in 48 ore l'Atalanta venne trasformata in una centrale del malaffare e retrocessa d'ufficio in Seconda Divisione o altri grossi nomi del calcio nazionale furono proiettati al centro della cronaca,  costringendo gli stessi magistrati cremonesi a precisare che non c'entravano nulla.

    Se basta un sms per infangare Conte, vuol dire che il calcio italiano non ha un futuro. Invece, ora più che mai, deve fare pulizia, sbattendo fuori i magliari e gli imbroglioni. E facendo di tutto perchè venga rispettata la reputazione di chi, il nostro calcio ha onorato e continua ad onorare: che si tratti di un allenatore, di un giocatore o di un club.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com 

     

    Altre Notizie