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  • Se la Juve si ritrova Zeman alleato contro la Figc, può succedere di tutto

    Se la Juve si ritrova Zeman alleato contro la Figc, può succedere di tutto

    Dite la verità. Mai e poi mai avreste pensato che la Juve e Zeman potessero ritrovarsi l'una accanto all'altro in guerra contro la Figc, dopo essersele dette di santa ragione nelle ultime settimane. Invece, è successo anche questo.

    Tant'è vero che è assolutamente certa la presenza di  Andrea Agnelli nel novero dei lettori più attenti dell'intervista rilasciata a Sette dal tecnico boemo. Anche perchè, il linguaggio anti-Sistema adoperato dal bianconero e dal giallorosso, presenta inopinate quanto interessanti analogie. 

    Dopo la squalifica di Conte a dieci mesi, il presidente della Juve aveva parlato di un "sistema dittatoriale", riferendosi a Via Allegri, contro la quale aveva sparato a palle incatenate con ripetuti comunicati ufficiali; contro la quale pende una richiesta danni di 448 milioni di euro avanzata dal club torinese per Calciopoli; contro la quale la Juve non intende mollare di un centimetro anche sul caso Conte come dimostra la difesa a spada tratta dell'uomo dello scudetto e la decisione di non sostituirlo nemmeno in caso di sanzione definitiva.

    Tant'è vero che il 21 settembre alle ore 12, quando si pronuncerà il Tribunale dell'Arbitrato per lo Sport, si capiranno molte cose nel rapporto fra la società campione d'Italia e il Palazzo.

    Intanto, tirando dritto per la sua strada, Zeman ha lanciato il suo durissimo attacco di Abete. L'ha definito "un nemico del calcio", prima della rettifica dell'allenatore, il quale ha precisato di non avercela con il capo del calcio italiano, ma con l'organizzazione che sovrintende al calcio italiano.

    Effettuata in un periodo preelettorale qual è questo, con l'elezione del presidente federale alle porte e Abete che martedì sera in diretta da Modena ha fatto capire che si ricandiderà, , capirete comela sortita dell'allenatore della Roma equivalga ad un siluro lanciato nella stessa direzione cui punta, per motivi diversi, anche la stessa Juve.

    Zeman non fa sconti a nessuno: polemizza con i bianconeri,  ma attacca Abete e le banche che secondo lui dovrebbero uscire dal calcio, sapendo bene che Unicredit possiede ancora il 40% del suo club quotato in Borsa.

    Dicono che, per avere espresso la propria opinione, Zeman rischi il deferimento, così come tra qulche tempo verrà deferiro Agnelli (mai mettere fretta alla Procura Federale: in fondo ci ha messo solo 5 mesi per pronunciarsi su Genoa-Siena, nonostante la diretta tv ei fatti incriminati). Staremo a vedere.

    Come staremo a vedere se la Juve sfrutterà la contrapposizione con la Figc per capeggiare o, quanomeno, per concorrere con altre società, a promuovere la svolta necessaria al cambiamento di un sistema giurassico.

    Un sistema cronicamente incapace di risolvere i problemi più importanti: la riforma della giustizia sportiva; la riorganizzazione dei campionati con la riduzione del numero delle squadre partecipanti; il rigore che dovrebbe essere tedesco per spazzare via i club indebitati o sull'orlo del fallimento o incapaci di regolare le pendenze con il Fisco;  la questione degli stadi, con un disegno di legge che dorme in Parlamento da quasi quattro anni e mezzo, senza che il mondo del calcio in questo periodo abbia battuto un colpo, pur di accelerarne l'appovazione definitiva.

    L'abbiamo detto ieri e lo ripetiamo oggi: lunga vita a Zeman.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

     

     

     

     

     

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