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  • Olimpiadi in Italia? Diteci la vostra

    Olimpiadi in Italia? Diteci la vostra

    • Pippo Russo

    Se voleva essere uno spot, meglio soprassedere. La presentazione del dossier olimpico per Roma 2024, condotta stamani presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur, non pare proprio il miglior viatico per una candidatura che deve fare i conti con precedenti poco incoraggianti e coi gravi problemi del Sistema Paese. E soprattutto non è stato un gran vedere il fatto che a occupare la scena fosse sempre lui, Luca Cordero di Montezemolo. Presidente del comitato promotore della candidatura olimpica così come lo fu del comitato organizzatore di Italia '90. E la perplessità non sta soltanto nel ricordare che quei mondiali di calcio furono un formidabile disastro sotto ogni punto di vista, ma soprattutto nel dato temporale: fra Italia 90 e la (possibile) olimpiade romana del 2024 corre un lasso di tempo di 34 anni. Un’epoca intera nella quale il Paese è cambiato in modo profondo e tumultuoso, e in cui chi non era ancora nato quando la finale tra Germania e Argentina venne disputata all’Olimpico avrà fatto in tempo a diventare adulto, e poi genitore. Però Luca Cordero di Montezemolo sta ancora lì, come allora a presiedere comitati. Ma la famosa rottamazione? 

    LCdM ha cercato d’imbonire la platea con frasi che avrebbero dovuto galvanizzarla, come “Sarà la più grande festa di sempre nella storia dello sport”, o “C’è un tema al centro del progetto: l’arte italiana dell’accoglienza, la capacità nel portare in giro la qualità della vita nel nostro paese”. Supercazzole patinate, cui bisognerà che faccia seguito ben altro per dare forza e gambe al progetto. E non soltanto agli occhi di quanti, a settembre 2017, voteranno l’assegnazione dei giochi. Bisognerà convincere soprattutto gli italiani, che dai precedenti ricavano pochi incoraggiamenti. Italia '90 è un monito tremendo. Ma lo sono anche i Mondiali di Nuoto romani del 2009, che pur avendo una dimensione organizzativa e economica nettamente inferiore hanno lasciato un’eredità di scandali e opere incompiute. E a chi contrappone il successo delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, per parare l’effetto negativo dei citati insuccessi organizzativi, viene facile rispondere che quella manifestazione continua a essere percepita come un’impresa dapprima torinese e soltanto in secondo luogo italiana. Che poi questa percezione sia fondata, è altro discorso. Non particolarmente efficace, perché è proprio alle percezioni che bisogna guardare. Ciò che in questa fase conta è che gli italiani assorbano con diffidenza, o al massimo con distacco, l’ipotesi di un’Olimpiade in Italia. Tanto più che nel frattempo altre due candidature della capitale hanno avuto cattiva sorte: quella per i Giochi del 2004, battuta all’ultima votazione da Atene, e quella per i giochi del 2020 (assegnati a Tokyo), affondata dal governo di Mario Monti. Con precedenti del genere, difficile pretendere che gli italiani si entusiasmino davanti al progetto di Roma 2024. 

    Le considerazioni appena passate in rassegna indurrebbero a dire che molto meglio sarebbe evitare d’intraprendere un’avventura così difficile. E inoltre, i costi faraonici che le ultime edizioni dei Giochi hanno presentato ai contribuenti dei paesi ospitanti sono un ulteriore argomento contrario. E tuttavia, questo insieme di motivi contrari rischia d’essere deleterio in assoluto, non soltanto guardando allo specifico dossier olimpico. Il timore che si stia scivolando dentro un pessimismo strutturato, secondo cui questo paese abbia al cospetto delle grandi scelte l’alternativa fra la catastrofe e la rinuncia, è un dato reale e pericoloso. Da tenere ben presente. Siamo irredimibili? È nel nostro destino non avere capacità di costruire qualcosa di grande, e di farlo senza essere strangolati dalle procedure d’urgenza e dalle soluzioni arrangiate? Sono interrogativi che mi pongo, e lo faccio partendo da un atteggiamento per niente favorevole a Roma 2024. Non mi fido della nostra capacità organizzativa, e il mio giudizio di sfiducia è ampiamente confortato dagli esempi del recente passato e del presente. Ma fino a quando, come italiano, potrò permettermi questa sfiducia? E fino a quando potremo permettercela tutti, come Paese? 

    Ritengo che in questa fase il dubbio sia un dovere, e che a dubitare debbano essere sia gli ottimisti che i pessimisti. Proviamo a discutere senza preconcetti sull’opportunità di un’Olimpiade a Roma nel 2024. In questo senso, Calciomercato.com e la sua platea di utenti possono essere un buon termometro. Cosa ne pensate voi di Roma 2024? 

    @pippoevai
     


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