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  • Soldi al calcio dai bookie: Tavecchio e il 'modello francese'

    Soldi al calcio dai bookie: Tavecchio e il 'modello francese'

    Finanziare il calcio “vendendo” ai bookmaker italiani il calendario di Serie A e del calcio professionistico. E' un'idea che ciclicamente torna nei palazzi del pallone, a maggior ragione d'attualità dopo i tagli del Coni alla Figc. Dai 62 milioni del 2014 ai 37,5 del 2015: è questo il disavanzo con il quale deve fare i conti - è proprio il caso di dirlo - il presidente Carlo Tavecchio. Il quale, nelle scorse settimane aveva già lanciato il sasso nello stagno, disegnando un'ipotesi non facilmente percorribile: trattare direttamente con il Governo lo stanziamento spettante alla Figc rispetto a quanto destinato (407 milioni circa) al Coni. Tavecchio, prudentemente, ha trattato l'argomento con una certa cautela, pur riconoscendo il potenziale economico dell'idea: “Non sono in grado di dire – ha spiegato Tavecchio al termine dell'assemblea della Lega Dilettanti - se l'utilizzo dei marchi sia legittimo o illegittimo, io nella vita faccio economia non faccio giurisprudenza, ma è possibile, può essere la chiave di volta del discorso. Se fosse vero che l'utilizzo non è legittimo ce n'è per tutti”.

    Prendendo spunto dai campionati equiparabili, per prestigio e importanza, alla nostra Serie A, il modello potrebbe essere quello già sperimentato in Francia, paese nel quale - secondo uno studio Agipronews - una quota tra l'1% e il 2% del volume di gioco delle scommesse viene destinato dai bookmaker agli organizzatori degli eventi sportivi che, però, li utilizzano per prevenire e combattere i tentativi di frode. In Inghilterra il prelievo c'è e anche ricco: il 10,75% dei profitti che però viene interamente destinato al mondo ippico, paragonabile per importanza e tradizione a quello del calcio. Attenzione però, perchè in Inghilterra più volte gli organizzatori della Premier League hanno provato a monetizzare il calendario delle partite, spostando lo scontro nei tribunali e uscendone regolarmente con le ossa rotte. E in Germania? Il 5% della raccolta è destinato genericamente allo sport.

    Un esempio su quanto accadrebbe da noi? Applicando il modello francese e a fronte di una raccolta pari a 3,8 miliardi nel 2013, il prelievo a favore del calcio si attesterebbe tra 35 e 70 milioni, considerando che il pallone vale l'85% della raccolta complessiva, con il restante 15% inquadrato negli altri sport. Se, invece, si considerasse quanto raccolto dalla Serie A (nel 2012), circa 800 milioni, la quota destinata al pallone sul modello francese sarebbe tra 8 e 16 milioni.

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