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  • Talk Juve. Pastorin a CM: 'Bene Caceres, ora Nainggolan e poi Immobile'

    Talk Juve. Pastorin a CM: 'Bene Caceres, ora Nainggolan e poi Immobile'

    • Gianluca Minchiotti

    Darwin Pastorin non ha bisogno di grandi presentazioni, essendo noto alla stragrande maggioranza dei lettori appassionati di calcio e di Juventus. Giornalista italo-brasiliano (è nato a San Paolo nel 1955), ha lavorato per vent'anni a Tuttosport, seguendo il calcio e la Juve in ogni parte del mondo. Nel suo curriculum, ci sono anche il Guerin Sportivo, Tele+, Stream, Sky e La7, oltre a numerosi libri, fra i quali ricordiamo Ti ricordi, Baggio, quel rigore?, Libero gentiluomo e Le partite non finiscono mai. Ai microfoni di Calciomercato.com, Pastorin, attualmente direttore di Quartarete, fa il punto sul momento bianconero, fra campo e mercato. Con un ricordo speciale dedicato a Gaetano Scirea.     

     
    Partiamo dall'ultimo acquisto bianconero, Martin Caceres. Cosa ne pensi?
    "Un ottimo ritorno, sicuramente non ci saranno sorprese negative per quanto riguarda l'ambientamento. E' un'ottima scelta. Due anni fa rese bene, ora torna con più esperienza ed è sicuramente un giocatore importante. Quella di Caceres è una scelta che va ad irrobustire il reparto arretrato, sia un fase difensiva che in fase offensiva. Insomma, un acquisto da dieci e lode".
     
    Borriello e Caceres sono arrivati. Ora manca un centrocampista. Nainggolan, Behrami, Palombo, Parolo, il ritorno di Candreva: che preferiresti? 
    "Nainggolan, la scelta 'sarda' è la migliore. E' forte tecnicamente, ha buona visione di gioco, piace molto ad Antonio Conte".
     
    Nel centrocampo della Juve però sta sbocciando Marrone. Perché non puntare subito su di lui?
    "La domanda è: meglio cederlo in prestito in Serie A, per potergli consentire di giocare con continuità, o tenerlo a Torino, rischiando di farlo giocare poco? E' un bel dilemma. L'unica certezza è che non deve essere ceduto in comproprietà, ma, eventualmente, solo in prestito. Per poi fare ritorno alla Juve. E a Torino riporterei al più presto anche Ciro Immobile, che ha tutte le caratteristiche per diventare l'attaccante della Juve per i prossimi anni. Marrone e Immobile comunque sono solo gli ultimi esempi di un settore giovanile che, negli ultimi anni, ha dato tanto: da Marchisio, ormai titolare inamovibile, a De Ceglie, senza dimenticare Giovinco".
     
    Capitolo cessioni. Partito Amauri, la Juve nei prossimi giorni cercherà di cedere Toni, Iaquinta, Grosso e Motta. Che fare, invece, con Krasic?
    "Lo dico a malincuore, ma credo che vada ceduto".
     
    Passiamo al campo. Che percentuale scudetto dai alla Juventus?
    "Direi che a questo punto l'obiettivo minimo della Juventus deve essere la qualificazione alla Champions, ma credo che questa Juve sia da scudetto. La percentuale? Non mi nascondo: 75%. Lo dico sulla base di alcuni dati, che confortano la mia convinzione. Primo: a livello statistico, due volte su tre la squadra campione d'inverno vince il titolo; secondo: la Juventus non ha ancora perso, è imbattuta, e questo vorrà pur dire qualcosa (anche se si potrebbe ricordare l'esempio del Perugia di Castagner, imbattuto ma a fine anno secondo in classifica); terzo: la squadra di Antonio Conte sa giocare bene, ma sa anche reagire e soffrire; quarto: ha un Barzagli eccezionale, che gioca sempre e non sbaglia un colpo; quinto: ha una serie di giocatori che partono dalla panchina ma che sanno sempre farsi trovare pronti, da capitan Del Piero fino a Estigarribia".
     
    Il gol di Del Piero contro la Roma?
    "Una perla. Il fatto che Alex abbia segnato in tutti e quattro gli stadi della Juve è una cosa eccezionale. Dal Comunale al Delle Alpi, dall'Olimpico allo Juventus Stadium".
     
    Parliamo di Giaccherini: è un po' il simbolo di questa Juve composta da tanti giocatori eclettici, intercambiabili nei ruoli e disposti al sacrificio per il bene della squadra. Conte ha detto che se si chiamasse 'Giaccherinho' di lui si parlarebbe molto di più...
    "La battuta è emblematica e coglie nel segno, perché spesso non ci si accorge del valore di tanti giovani che arrivano dalla provincia italiana. Giaccherini ha tecnica e velocità nel breve, una caratteristica che non sono in tanti ad avere. Finta, scatta e sa inserirsi in diagonale, per le difese avversarie è un problema. E inoltre è di un'umiltà straordinaria".
     
    Nell'anticipo di sabato sera, il primo avversario del girone di ritorno sarà l'Udinese. Un pronostico?
    "La vedo bene. Credo che finirà 2-1 per la Juventus e che Buffon parerà anche un rigore. Onore comunque al campionato dell'Udinese e alla società Udinese, che sta insegnando al calcio italiano come si scoprono i talenti e come si valorizzano. E poi con Di Natale si vedono dei numeri e dei gol che ai friulani ricordano l'epoca d'oro di Zico ed Edinho".
     
    A proposito di ricordi, qual è il tuo ricordo più bello legato alla Juventus?
    "I ricordi sono tanti e di diverso tipo. E' scontato pensare ai grandi trionfi, seguiti da vicino negli anni in cui lavoravo a Tuttosport come inviato. Penso alle due Coppe Intercontinentali ad esempio. Ma se ripenso alla mia gioventù, agli anni in cui ero ragazzino, il ricordo al quale sono più affezionato è l'arrivo di Pietro Anastasi alla Juve. Per me Anastasi era davvero una leggenda, e ora lavora con me, come opinionista a Quarta Rete. Se invece penso all'aspetto umano, alle persone del mondo Juve, quella alla quale sono più legato è sicuramente Gaetano Scirea, del quale ero amico. Per far capire com'era Gaetano mi piace ricordare una cosa: chiunque facesse il mio mestiere poteva chiamarlo sul telefono di casa (allora non c'erano i cellulari) per un'intervista, anche di sera. Lui rispondeva a tutti, non negava mai a nessuno un'intervista. E poi prima di appendere era lui a dire 'grazie' al giornalista. Una persona eccezionale".    
     

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