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    Tare: 'Brocchi il mio primo acquisto, ecco il segreto del mio lavoro'

    Tare: 'Brocchi il mio primo acquisto, ecco il segreto del mio lavoro'

    Tare si racconta. Il direttore sportivo della Lazio, intervistato da RTSH, ha parlato del suo passato da calciatore, di motivazioni e premi. Una lunga chiacchierata sulla sua formazione e il futuro della Lazio, con qualche retroscena. 

    LAZIO TROPPO TARDI – Parte subito dal suo passato da calciatore: “È stato un peccato aver avuto l’opportunità di giocare nella Lazio quando avevo 32 anni, verso la fine della mia carriera di calciatore. Mi sarebbe piaciuto vivere prima questa esperienza, come Strakosha, Berisha o Cana. Con i biancocelesti mi sono formato professionalmente, sia come calciatore che come uomo, e il rapporto che ho avuto con la squadra e il presidente Lotito è stato ottimo di anno in anno, fino a quando siamo arrivati ​​alla pazza proposta della carica di direttore sportivo. In quel momento sapevo di non essere ancora formato per svolgere quella professione e reputavo l’idea pazzesca. Cosa ho pensato quando ho ricevuto la proposta? Non c’è nessuna logica nel diventare direttore del club. Le parole del presidente furono significative. Mi disse: “Ti offro la possibilità di uscire da questa porta per riflettere e tornare da direttore di un grande club. Sta a te la decisione, sei ancora un ragazzo inesperto, ma spero che mi ricompenserai”. È stata una grande sfida, ma le sfide mi hanno sempre attratto”.

    IL PRIMO ACQUISTO NON SI SCORDA MAI – Tare si sofferma sul primo arrivo in casa Lazio: “Brocchi è stato il mio primo acquisto, ed è stato molto importante per l’esperienza che aveva fatto al Milan e il modo in cui si è inserito nello spogliatoio. Fin dal primo anno con Brocchi abbiamo vinto la Coppa Italia e la Supercoppa, quest’ultima contro l’Inter che poi andrà a fare il triplete”.

    MISTER INZAGHI E STRAKOSHA – La Lazio di oggi ha il volto di Inzaghi, i pali biancocelesti sono difesi dal connazionale di Tare, Strakosha: “Avevamo in programma che Inzaghi sarebbe diventato l’allenatore della Lazio. Ma volevamo evitare il rischio di bruciarlo: essendo un tecnico giovane, in caso di risultati negativi poteva anche avere dei contraccolpi. Strakosha? All’inizio avevamo stabilito che sarebbe stato sottoposto a un test per una settimana. Più tardi ci fu un contatto con la Roma, ma Strakosha aveva già deciso di giocare con la Lazio”.

    SEGRETO E LINGUE – Infine il suo metodo di lavoro, e un piccolo retroscena sulle sue estese proprietà linguistiche: “Il segreto del mio lavoro? Dedicare tutto te stesso. La mia fortuna per quanto riguarda questa professione è rappresentata dalla famiglia, che mi fa sentire libero dalle pressioni extra lavorative. Nel periodo delle vacanze estive per esempio devo essere libero di lavorare di più per il mercato. Attribuisco grande importanza a questi dettagli, che fanno la differenza. La famiglia nella maggior parte dei casi è un grosso ostacolo alla carriera di un giocatore. La modestia? La semplicità aiuta. Più si è semplici, più è facile analizzare il lavoro. Parlo 6 lingue? Meglio il tedesco, dato che mia moglie è tedesca”.

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