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  • Tavecchio eletto presidente: la grande vittoria di Lotito

    Tavecchio eletto presidente: la grande vittoria di Lotito

    da marioadinolfi.ilcannocchiale.it 

    Vive sotto scorta perché gli hanno minacciato anche la famiglia, mentre toglieva privilegi a "tifosi" o negava speranze a cordate che erano semplicemente gruppi di malavitosi, molti dei quali oggi abitano le patrie galere. Viene costantemente preso per il culo mediaticamente, accolto sempre da sorrisini (quando gli va bene), solo quando intervistano lui i giornalisti sportivi solitamente pecore dal belato facile scoprono una qualche verve polemica. Ha un modo di comunicare pessimo, il suo eloquio ha punte di ridicolo, ma intanto ogni domenica va allo stadio e si subisce la sua bisettimanale contestazione con urla e insulti da parte di una tifoseria nel ruolo del marito che per far dispetto alla moglie si taglia i noti gioielli. 

    Non è un eroe senza macchia e senza paura Claudio Lotito, il trionfatore vero della battaglia su Tavecchio presidente Figc. E' un imprenditore e si fa banalmente gli affari suoi. Solo che è bravissimo a farseli. Vuole, pensa un po' te, trarre profitto dall'impiego di denari suoi nel mondo del calcio. La tifoseria laziale non lo sopporta e invoca Cragnotti. Non aggiungo altro. Mettono in croce quel vecchio per una frase che razzista era e razzista resterà, ma era solo una frasaccia. Lotito lo difende contro tutto e contro tutti, quando tutti i pezzi da novanta si sfilano (Agnelli, la Roma degli americani, Cairo, Della Valle ecc.) lui intigna di più. Per i suoi interessi, sia chiaro. Ma deve fronteggiare una marea che sembra impossibile da fronteggiare, con i giornali che scrivono di tutti, soprattutto quelli che hanno a che fare con gli interessi economici citati. Ma lui, l'imprenditore delle pulizie che parla latino, non molla e vince. 

    E' alla Lazio da dieci anni, negli ultimi dieci anni la Lazio è stata la quarta squadra più titolata (dopo Juve, Inter e Milan) a pari merito con la Roma, con la differenza che alla Roma ha "alzato la coppa in faccia" l'anno scorso. Un miracolo, se si pensa alla storia della Lazio, che ha vinto una scudetto leggendario nel 1974 e uno grazie ai soldi rubati del citato truffatore nel 2000. Nel palmares complessivo delle società italiane la Lazio è all'undicesimo posto, nel decennio di Lotito è quarta. Lo chiamano Lotirchio ma ha sotto contratto da anni uno dei pochissimi giocatori che hanno fatto la storia del calcio, il tedesco Klose e ha appena comprato un forte e giovane titolare dell'Olanda che ha fatto vedere il più bel calcio in Brasile. Nella finale del Maracanà la Lazio era la società italiana più rappresentata in campo nei 22 titolari (il citato Klose e l'argentino Biglia). 

    Ora con la resistenza su Tavecchio il ruolo di Lotito nel Palazzo del calcio cresce. Fossi un laziale sarei contento. Da juventino non ho mai pensato che fosse un male che la società per cui tifo si preoccupasse anche di non farsi calpestare e esprimesse una dirigenza muscolare. E' dovere di un dirigente, di qualsiasi comparto, non essere una mammoletta. Lotito non lo è. Ha vinto e ha dimostrato tenacia. Prima o poi qualcuno smetterà di trattarlo con i sorrisetti, di guardarlo dall'alto in basso, di contestarlo ogni domenica lasciando persino vuoto lo stadio, di contestargli il diritto che da imprenditore ha di voler guadagnare con la sua impresa. Forse qualcuno gli andrà pure a chiedere come si fa e mica farebbe male. 

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