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  • Cessione Roma.| Tisch: 'Non voglio comprarla'

    Cessione Roma.| Tisch: 'Non voglio comprarla'

     

    «Mister Tisch non ha interesse ad acquistare un’altra franchigia o team sportivo sebbene sia un appassionato di calcio». Nella serata di ieri, è il suo portavoceChris Robichaud a smentire pubblicamente l’interesse del produttore cinematografico americano per l’As Roma. «Steven Tisch - spiega Robichaud a "Radio Radio" - è molto concentrato sui New York Giants, con la società controllata dalle famiglie Mara e Tisch. Mister Tisch non ha quindi interesse ad acquistare un’altra franchigia o team sportivo, sebbene sia un appassionato di calcio e desideri fortemente assistere a qualche match della Roma in futuro».

    Tisch smentisce il suo interesse per il club. Ma questo non vuol dire che la pista americana sia falsa. Anzi, fonti finanziarie la danno per certa. Da quanto si sa, il misterioso potenziale acquirente a stelle e strisce si starebbe appoggiando allostudio legale internazionale Tonucci. Resta difficile provare a fare chiarezza tra i soggetti coinvolti nell’operazione.

    Al momento, nessun nome fin qui fatto può essere considerato fuori dalla corsa. A cominciare dagli italiani. Oltre ad Angelucci, non viene esclusa la presenza di altri fondi nazionali tra i soggetti (si dice sei) disposti a investire sull’As Roma.

    Ieri, "Sporteconomy.it" riportava alcune indiscrezioni in merito al progetto industriale che avrebbe in menteAabar. Stando alla ricostruzione del sito, il gruppo amministrato da Mohamed Badawy Al Husseiny avrebbe valutato in 125 milioni il costo dell’operazione. Aabar metterebbe sul piatto, poi, altri 80 milioni per la campagna trasferimenti di giugno. Il fondo punterebbe a far raggiungere all’As Roma un fatturato di 300 milioni. L’obiettivo potrebbe realizzarsi, nelle intenzioni di Aabar, grazie al nuovo stadio di proprietà. Stadio che gli arabi vorrebbero costruire entro tre anni. Alla realizzazione potrebbe partecipare anche Mubadala, che poi è il fondo legato direttamente al governo di Abu Dhabi. Italiani, americani, arabi. Ma non è detto - non si può mai in un processo così delicato - che presto non possano saltare fuori dei nomi nuovi.

    La terza fase del processo - terza, dopo l’invio dell’info memorandum e la ricezione delle offerte non vincolanti - si dovrebbe chiudere entro sabato prossimo. Unicredit conta di terminare per quel giorno la short list. Ovvero, la selezione dei soggetti che si sono fatti avanti e che avranno accesso alla vendor due diligence, prima di proporre le offerte vincolanti. È un obiettivo realistico. La banca vorrebbe trovarsi a intavolare la trattativa con un unico interlocutore entro la fine di dicembre, per poi concludere tutto entro l’inizio del 2011.

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