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  • Torino, Barreto: |'Mi voleva l'Anzhi'

    Torino, Barreto: |'Mi voleva l'Anzhi'

    Finalmente portato al Torino dal mentore Giampiero Ventura, dopo numerosi tentativi effettuati, e protagonista di una serie di gare iniziali di buona levatura in granata, l'attaccante brasiliano Paulo Vitor Barreto (27), nell'àmbito dell'intervista rilasciata al quotidiano sabaudo La Stampa, ha parlato anche di un curioso retroscena di mercato: "Bello giocare quattro partite da titolare dopo due anni di infortuni e guai, ma mi manca la brillantezza. Sono stato fermo a lungo, e adesso che ho ripreso col Toro, arrivo cotto al venerdì, e la domenica non duro fino in fondo. L'obiettivo è arrivare a quota 40, al più presto. Ora troviamo Atalanta, Cagliari e Palermo: se facciamo 6 punti, ci siamo quasi. Sarà durissima, però. Non mi sono mai abbattuto, nemmeno per le ricadute causate dalla fretta di recuperare. Ho avuto due aiuti decisivi: la fede in Dio, intanto. Da solo non ce l'avrei fatta a superare nemmeno quei primi tempi tremendi in Italia. Avevo 13 anni, da Treviso mandavo i primi soldini per regalare a mia mamma la lavatrice ma di casa mi mancava tutto. Poi, la mia infanzia a Bangu, zona Ovest di Rio, ai confini con la favela. Non avevamo nemmeno i soldi per mangiare. Cosa volete che sia affrontare gli infortuni di un calciatore?

    In Brasile non torno da otto anni. E non lo farò mai più, dato che ho il terrore dell'aereo. Soffro di claustrofobia, non resisto più di un'oretta. Tutto è peggiorato da quando conosco mia moglie Elisa, che va in panico più di me, e mi pianta le unghie nel braccio. Non possiamo più farcela. Pensi che non ho ancora visto i figli di mia sorella. Ho anche rinunciato a offerte dall'estero per questo motivo. Mi voleva l'Anzhi, ma lì si è sempre in aereo. Sto bene in Italia, e il Brasile non mi manca. I miei vengono spesso a trovarmi".

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