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  • Torino, niente escamotage: un sacrificio per tesserare Peres

    Torino, niente escamotage: un sacrificio per tesserare Peres

    Per risolvere la grana legata agli extracomunitari, con il povero Bruno Peres arrivato ormai da quasi due mesi ma ancora bloccato dall'eccedenza di giocatori in rosa senza passaporto italiano, il Torino le ha pensate tutte. Compreso ripetere il meccanismo messo in moto da Petrachi, che felicemente aveva funzionato poco tempo fa. Di cosa si tratta? In pratica, la normativa per il tesseramento di nazionalità non EC prevede che le società possano “liberare un posto” per uno di questi cedendo un elemento con la stessa situazione, ma rigorosamente al di fuori dei confini nazionali. Esempio di oggi: il Torino ha venduto Rodriguez (uruguyano senza bisnonni o trisavoli europei) e Stevanovic (serbo) rispettivamente all'Hellas e al Bari; così facendo, non ha svuotato uno slot, come invece sarebbe accaduto piazzandoli all'estero.

    A gennaio, il club di Cairo, sfruttò un buco di regolamento in tale normativa, con un paio di operazioni del tutto legittime ma che di fatto hanno bypassato le strettoie regolamentari. I granata tesserarono infatti lo svincolato Zeytullaev, uzbeko (ex Juventus e Reggina) dopo essersi assicurati di trovare un club estero compiacente pronto ad acquistarlo a sua volta (in quel caso furono gli sloveni dell'NK Gorica): un extracomuntario ceduto oltreconfine equivale ad un posto liberato, e subito fu tesserato il montenegrino Vesovic. Visto che il meccanismo funzionò bene, fu ripetuto anche in prospettiva: altro elemento senza contratto, Barusso (ghanese), il quale aveva già deciso di tornare a giocare in Africa a giugno. Così ha fatto, liberando un altro posto, subito occupato dal venezuelano Martinez.

    Perchè non ripeterlo anche oggi al fine di tesserare Bruno Peres, senza dover operare sacrifici che non rientravano nei progetti? Semplice: perchè l'operazione, per quanto rientrante al 100% nelle regole, non sarebbe vista di gran buon occhio dalla Federazione. Non pochi, nelle segreterie romane (che pure conosce bene il segretario generale granata, Longo, per averci lavorato), definirebbero “furbata” la mossa attuata da Petrachi in passato. Non che, con questo, ci sia modo di dichiararlo illecito, né tantomeno di bloccarlo; ma inimicarsi il Palazzo volendo tirare troppo la corda non è ambizione di nessun club, compreso il Torino che sotto ogni aspetto regolamentare, fiscale e quant'altro è ed è sempre stato fra i pochi del tutto inappuntabili. Per cui, la dirigenza dovrà trovare altre strade. Magari rinunciando ad alcuni giocatori (Vesovic) che pure avrebbe avuto piacere di trattenere con sé.

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