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  • Torino: la svolta granata parte da Superga

    Torino: la svolta granata parte da Superga

    Temevano i mugugni, magari qualche fischio, o peggio ancora una dolorosa indifferenza. Ed invece hanno trovato un’ondata travolgente di calore e amore nel giorno più sacro del Toro. Per questo gli occhi del capitano Bianchi e dei suoi compagni erano emozionati e stupiti per una dimostrazione di affetto così unica e potente. Oltre cinquemila tifosi granata di tutte le età e di tutta Italia si sono dati appuntamento ieri pomeriggio a Superga per ricordare il Grande Torino nel 64° anniversario della tragedia, ma con la stessa passione hanno abbracciato e sostenuto la squadra di Ventura. 

     
    Una grande festa imprevista, così come l’assenza di Cairo per febbre, nonostante le tre sconfitte consecutive in campionato, la ferita ancora sanguinante del derby perso domenica scorsa e una classifica che non genera sonni sereni. Tutto messo da parte perché “il 4 maggio la famiglia granata si riunisce e in questo luogo ha sempre ritrovato la propria spinta”, come ha sottolineato don Aldo Rabino, tifoso granata e primo cerimoniere di Superga. “Il Toro é un mistero calato nel quotidiano – ha detto -: è vita e morte, è sacro e profano. Aveva una casa questo Toro, che non é il terzo stadio di una città: il Fila è una casa che è stata abbattuta e che adesso va rifatta. E’ stato perso già troppo tempo, si cominci e basta”. 
     
    Una spinta che al Toro tornerà utile questo pomeriggio per affrontare con la giusta carica la sfida impossibile di San Siro coi rossoneri (ultima vittoria 28 anni fa) e così preparare la settimana della verità con le tre partite chiave per raggiungere la salvezza. “Una vittoria tra Milan, Genoa e Chievo la dobbiamo centrare – commenta Giampiero Ventura – e cerchiamo di fare le cose più sensate possibili”. Tra tattiche, alchimie e turnover ragionato, il tecnico granata è pronto a varare il 3-5-2 con un centrocampo rafforzato e il ritorno di Barreto in attacco.  
     
    Il resto arriverà dalla spinta di Superga, compreso quel “Siate benedetti, forza Toro” proclamato da don Aldo dopo la lettura della lapide da parte di Rolando Bianchi. Un rito in cui la voce del capitano si è incrinata, forse per il peso del contratto in scadenza e delle richieste dei tifosi di restare ancora al Toro. “Ho visto Superga colorarsi di tantissimi piccoli cuori granata: è il popolo granata che cresce silenzioso e orgoglioso. L’orgoglio degli Eroi”, ha twittato il capitano dopo la celebrazione del 4 maggio. 


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