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  • Torna Julio Sergio:| Roma è più sicura

    Torna Julio Sergio:| Roma è più sicura

     

    Più che gli occhi della tigre, domani servono occhi di lince. «Gli occhi per un portiere — raccontano file di esperti dei pali — sono tutto».

    Gli occhi della tigre, sono quelli di Rocky (III) che deve affrontare Clubber Lang. Gli occhi della madre, quelli della fantozziana razzata Potemkin. Gli occhi del portiere, sono pieni di lacrime nella struggente poesia di Umberto Saba: « Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra ce la faccia, a non veder l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi ». Gli occhi di lince, sono quelli che dovrà indossare Julio Sergio, domani all’ora del tramonto, nel giorno fatidico del ritorno in campo. A quanto andrà? Un mese di assenza è un periodo sostenibile per tutti i ruoli del calcio, ad eccezione del portiere. L’occhio, ui piacciono le comodità, in un mese si impigrisce. Si adegua all’inattività, si crogiola nell’ozio, diminuisce i riflessi, rallenta la velocità. E la velocità è il primo parametro per un portiere. Solitamente, le sue partite sono romanzesche sfide nelle sfide: con l’attaccante avversario; con i suoi pensieri; con la solitudine del ruolo; con il pallone. Chi va più veloce, appunto? Sta qui la sconfitta o la vittoria, la miseria o la nobilità, la vita o la morte di un portiere. Dopo un mese trascorso a parare i palloni amici degli allenamenti — lenti, comodi, finti —, come se la caverà con quelli veri, veloci, infidi, traditori, insommaquanto andrà veloce Julio Sergio contro il Lecce?

     

    A me gli occhi, please La caviglia, le articolazioni, il tessuto muscolare, perfino le mani sono secondarie. Anche l’occhio vuole la sua parte, si dice. Ma con un portiere l’occhio si prende tutto. Meriti e demeriti, gioie e dolori, trionfi o disgrazie. Julio Sergio è guarito, la caviglia è integra, il morale pieno di entusiasmo e carico di pressione. Dicono da Trigoria: «Abbiamo organizzato la partita contro le Giovanili apposta per lui, per fargli riprendere il ritmo». Dipenderà dai suoi occhi, se il portiere brasiliano riuscirà a riprendersi la Roma blindandola con la dimenticata sicurezza — che Lobont, pur non facendo catastrofi, non èmai riuscito a trasmettere, agli spettatori e forse anche ai suoi compagni — e l’auspicata buona stella — quella che lo ha accompagnato per tutta l’intera scorsa stagione. E dipenderà anche da Julio Sergio — forse soprattutto dalla potenza del suo amuleto, ah se ce n’è bisogno —, se la Roma riuscirà a rilevarsi da terra, a riveder la luce come il portiere nella poesia di Saba, ma l’altro, quello imbattuto. « Presso la rete inviolata il portiere — l’altro — è rimasto. Ma non la sua anima, con la persona vi è rimasta sola. La sua gioia si fa una capriola, si fa baci che manda di lontano. Della festa — egli dice — anch’io son parte ».

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