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  • Toro in vendita:| Giulini interista di Bellinzona

    Toro in vendita:| Giulini interista di Bellinzona

    Nessun acquirente per il club granata.
    Torino, per il dopo Cairo manca l'uomo forte.
    Spunta l'imprenditore Giulini: "Sì, ma solo in una cordata".

    A parole sono tutti interessati e disponibili a ragionare su un progetto di rilancio del Toro, ma finora nessuno si è realmente mosso per trattare con Urbano Cairo. Il sottobosco granata è ricco di imprenditori che seguono, più o meno da vicino, le mosse del presidente-editore per poter intervenire in caso di necessità o di affare. Ma tra le cordate già in azione (Proto), quelle futuribili (Boglione) e i sogni proibiti (Red Bull), non è ancora emerso l'uomo forte che possa diventare il motore principale per un cambio di proprietà.

    Da tempo i tifosi aspettano un segnale concreto, un nome vero o un progetto serio per avere un'alternativa a Cairo. E lo stesso desiderio, probabilmente, lo coltiva anche il presidente granata che ha promesso di lasciare a fine stagione e quindi attende un potenziale compratore. Con il passare dei giorni, però, si rafforza la possibilità che Cairo possa restare al suo posto o al massimo lasciare la presidenza senza però abbandonare il Toro. Un passaggio di mano controllato, magari coinvolgendo imprenditori conosciuti (quello già sponsor compreso) soprattutto in caso di permanenza in serie B, che profumi più di aiuto che di addio.

    Le alternative per il Toro teoricamente ci sono, ma nessuna di queste ha la forza per emergere o affondare il colpo. Finora ci ha provato solo la cordata italo-svizzera rappresentata da Alessandro Proto: il contatto con Cairo c'è stato, ma non ha prodotto né incontri né trattative. Dei sei imprenditori riunitisi a dicembre per prendere il Torino, per ora si è manifestato (via e-mail) Vittorio Volpi che ha chiesto un confronto col presidente granata. Tutto si è arenato, però, con la richiesta di Cairo di sapere con chi doveva trattare. La situazione è in lenta evoluzione, ma ieri è emerso il profilo di un'altra figura interessata alla partita torinista. Gabriele Giulini, 60 anni, imprenditore milanese, è presidente del Bellinzona (serie A svizzera) da tre anni e nel Canton Ticino sta lavorando per costruire il nuovo stadio con annesso centro commerciale. Un business che potrebbe bissare a Torino, con la 'cittadella granata' e la ricostruzione del Fila e così Proto l'ha contattato nei mesi scorsi per sondare il terreno. "Questo è un argomento riservato - commenta Giulini, che con la famiglia siede anche nel cda dell'Inter -. Io sono concentrato sul Bellinzona. Torino è una piazza affascinante e storica, che in comune con noi ha la maglia granata, ma non ho i soldi per comprare la società. Sono informato su cosa accade nel Toro, ma per acquistarlo ci vorrebbero imprenditori radicati sul territorio".

    Una frase che richiama all'attenzione le manovre della Cogefa dei fratelli Fantino: imprenditori interessati al progetto di Proto, ma che non vogliono comprare il Torino da soli. "Sono aperto a ogni tipo di collaborazione - specifica Giulini - ma non faccio parte dei sei imprenditori. Diciamo che se mi propongono un progetto, lo analizzo. Col Bellinzona collaboriamo per uno scambio di giocatori col Velez in Argentina, con Le Mans in Francia e il Braga in Portogallo. Si può fare anche col Toro". Formare una cordata di investitori che possano andare d'accordo non è mai stato semplice, figurarsi con la crisi economica dove nessuno naviga nell'oro. Allora potrebbe rafforzarsi l'ipotesi di Boglione, mister Robe di Kappa, con "una fondazione di imprenditori per garantire solidità, magari insieme a Cairo: se ci fosse un progetto sostenibile, vorrei essere fra i primi a partecipare". Sarà anche importante partecipare, ma nel Toro nessuno sembra desideroso di vincere questa corsa e diventare presidente.


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