Gli arbitri sono esseri umani, ma contro il Toro sbagliano come macchine. Una precisione chirurgica e una decisione senza precedenti li caratterizza quando hanno a che fare con i granata in alcuni frangenti della stagione. La severità con cui Sansone era stato espulso contro il Parma è stata solo il preludio a tutto quanto il Toro ha dovuto poi subire ancora due giornate dopo contro il Cagliari (rigore generoso ai sardi e gol regolare annullato a Bianchi), con la Roma (rigore ancora generoso e raddoppio in fuorigioco), la Fiorentina (rigore dubbio) e il Milan (Pazzini in gol dopo aver commesso fallo su Masiello), senza dimenticare i dubbi (tanti) del derby e quella punizione fischiata in favore dell’Inter dopo meno di cinque minuti di gioco e che ha portato in vantaggio i nerazzurri con Chivu.

L’arbitraggio di Banti al ‘Friuli’ completa un quadro di torti subiti dal Toro che difficilmente si potrebbe spiegare: la buona fede non è mai stata in discussione, anche se domenica qualche perplessità è emersa da parte di tutti. La compensazione pro-Udinese sembrava praticamente una questione scontata: e alla fine i malpensanti hanno avuto ragione. Ora il Toro si ritrova con quattro-sei punti in meno di quelli che – attraverso un calcolo ragionato e non del tutto matematico – avrebbe meritato sul campo. La cosa che però da più fastidio è però proprio quella relativa alla compensazione, perché sarebbe lecito aspettarsi che qualcosa torni anche a favore del Toro: ma a questi tifosi, come a nessuno sportivo ‘vero’, piacerebbe vincere una delle prossime sfide grazie a qualche favore arbitrale. Si tratterebbe di una giusta compensazione ‘di fatto’ forse, ma anche di un modo di fare punti che il popolo granata rinnega e tiene ben lontano dai propri ideali.