Toromania: la classica partita da "Dottor Jekyll e Mr Hyde"
La preparazione della partita di Ventura è ottima: la Lazio, infatti, entra in campo intimorita, quasi frastornata, e cade sotto i colpi dei granata. Belotti raggiunge il proprio record di marcature in serie A (sette, con la rete messa a segno ieri pomeriggio), il centrocampo granata sovrasta quello biancoceleste e il terzetto difensivo non corre praticamente nessun rischio. Immobile avrebbe anche l’occasione per raddoppiare, ma dal dischetto calcia alle stelle. Il Toro continua ad attaccare e Pioli è costretto a correre ai ripari: due cambi al 40’ del primo tempo, segno che questa Lazio proprio non sta andando. Nel secondo tempo, tra un calo evidente dei granata e i biancocelesti in crescita, arriva il pareggio di Biglia, dopo che Padelli si era salvato con due grandi interventi proprio sulla punizione dell’argentino e una sventola di Milinkovic-Savic, oltre ad aver ringraziato il palo per aver respinto la volée di Parolo. Intorno all’ora di gioco, però, Ventura avrebbe dovuto capire che bisognava cambiare qualcosa: Molinaro non ne aveva più (e infatti ha commesso un’ingenuità affossando Keita in area di rigore), Vives non faceva più filtro davanti alla difesa e, in attacco, si dovevano inserire forze fresche, magari quelle di Martinez, la cui velocità avrebbe sicuramente mandato in affanno la coppia Bisevac-Hoedt, due difensori particolarmente lenti. Invece, il tecnico ha aspettato fino all’80 per effettuare la prima sostituzione, e negli ultimi minuti, con Baselli e Zappacosta, il Toro ha ritrovato brillantezza, pur non riuscendo a tornare in vantaggio. Proprio il terzino, in pieno recupero, ha avuto sui piedi il pallone del 2-1, ma ha calciato alle stelle.
La prestazione, quindi, è stata nel complesso sufficiente, tanto bella nel primo tempo quanto sottotono nella ripresa. Ora, bisogna trovare la quadra per mantenere questa concentrazione e questa brillantezza non solo per 60 minuti, ma per tutta la partita. Il Toro conferma i suoi problemi in zona gol, ma quando si esprime a buoni livelli crea tante occasioni: e questo, sicuramente, è un aspetto positivo. A Genova bisognerebbe ritrovare i tre punti, così da archiviare definitivamente il discorso salvezza e non avere ansie di classifica nella partita che tutti i tifosi aspettano, il derby contro la Juventus del prossimo 20 marzo.
Emanuele Pastorella