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  • Toromania:| Orgoglio 'nazionale'

    Toromania:| Orgoglio 'nazionale'

    E' un Toro diverso, quello visto in questa stagione. E' un Toro che non ha perso l'abitudine di far arrabbiare i tifosi granata, ma ha saputo anche emozionarli. Certo, come al solito le delusioni 'regalate' sono state dure da superare, ma alla fine l'obiettivo salvezza è lì, a portata di mano e ad una manciata di punti, e non sfuggirà a Ventura e i suoi uomini. A contorno di tutto questo c'è l'elevato rendimento individuale, almeno per buona parte della rosa. Non a caso in questa settimana Ventura ha dovuto lavorare in assenza di sette giocatori impegnati con le rispettive Nazionali: potevano essere otto, se la pre-convocazione di Menga (nel Belgio Under 21) avesse trovato conferma. 

    Ci basta così, però: ci accontentiamo di un Bakic che ha ricevuto il premio come miglior giovane montenegrino del 2012, di Glik, Basha, Gillet, Birsa e Stevanovic impegnati con le rispettive selezioni, e del fiore all'occhiello della gestione Ventura, ovvero Cerci, autore di una prestazione da incorniciare in Nazionale, ieri, contro il Brasile. Per essere un esordio c'è da esserne contenti e orgogliosi. Consideriamo anche che a questo elenco manca Angelo Ogbonna, uno che in Nazionale ormai ci era finito in pianta stabile. E ci tornerà.

    Insomma, i tempi sono cambiati: giocare nel Toro non significa più essere ai margini del calcio italiano. Il Toro è diventato una vetrina importante: chi veste questa maglia, ora, ha la possibilità di diventare un protagonista non solo per la piazza granata, ma anche per qualcosa di più importante. Prandelli guarda ovunque: non esistono solo le cosiddette 'big'. Esiste anche il resto, e il c.t. ha dimostrato di tenerne conto: Cerci è solo un esempio, una prova di questo. E i tifosi granata non possono che esserne orgogliosi.

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