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  • Totti e Balotelli, due modi diversi di passeggiare in campo

    Totti e Balotelli, due modi diversi di passeggiare in campo

    • Jean-Christophe Cataliotti
    Milan vs Alessandria 5-0. E' stata una passeggiata, come si suol dire quando una squadra è nettamente più forte dell'altra. Ma non è della partita di Coppa Italia che voglio parlare (onore, in ogni caso, all'Alessandria, con nota di merito per Iocolano cui, a mio avviso, la Lega Pro sta un po' stretta!). Voglio, invece, soffermarmi su Mario Balotelli, un calciatore che, alcuni articoli fa, ho difeso strenuamente. Ma che non riesco nuovamente a sostenere. Perchè lui, nella partita contro l'Alessandria, ha passeggiato, ma nell'accezione del verbo meno virtuosa. Il "marziano" a Milano dal primo minuto all'ultimo (quello in cui ha segnato senza esultare, ma non può essere biasimato per questo, perchè Balotelli non esulta mai!) non ha corso, ha camminato, se ci fossero state delle margherite a San Siro forse le avrebbe raccolte. Ma, nonostante questo atteggiamento indolente, è comunque riuscito a fare cose egregie, perchè lui i colpi li ha (lo difendo nuovamente quanto a capacità tecniche!). Ed è anche un calciatore con una muscolarità al di sopra della media che può permettersi con qualche spallata, seppure a volte al limite della regolarità, di far balzare in aria i suoi meno attrezzati avversari. Eppure l'altra sera ha innervosito anche il sottoscritto. Dai Mario non puoi passeggiare in campo, e, se perdi il pallone, non puoi non tornare indietro per tentare di recuperarlo. E' vero, i tuoi compagni non ti hanno quasi mai cercato o mal servito. Ma ciò non toglie che tu sembra faccia di tutto per non farti volere bene nè da loro nè dai tuoi stessi tifosi. Una tiratina d'orecchie, o qualcosa di più, quindi, stavolta, ci sta tutta.

    A Roma, invece, c'è un calciatore di quasi quarantanni che chiede di giocare un altro anno. Lui si chiama Francesco Totti. Lui dovrebbe essere d'esempio per tutti coloro che sognano di diventare dei campioni, compresi quelli che campioni già sono. Francesco è attaccato alla maglia, alla Roma, ai suoi tifosi, e chissà cosa darebbe per scendere in campo di nuovo da protagonista, fosse anche per una partita di Coppa Italia. Alcuni lo accusano di non correre più, di passeggiare in campo. Così come altri si accaniscono contro Cassano per la stessa ragione. Non sono d'accordo con i detrattori dell'uno e dell'altro. Uno come Totti, in particolare, che in campo ci sa stare perchè conta anche la posizione e non contano solo i chilometri percorsi e calcolati con la asettica match analysis, non può sedere in panchina né accomodarsi in tribuna, dove, peraltro, esulta e applaude la sua Roma, dimostrando anche in questo di essere un campione vero. 

    Mario e Francesco: due modi diversi di passeggiare in campo...

    Jean-Christophe Cataliotti - www.footballworkshop.it

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