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  • Lazio-Atletico Madrid:| Simeone torna da fenomeno

    Lazio-Atletico Madrid:| Simeone torna da fenomeno

    • M.A.

    È la sua serata. Diego Pablo Simeone ritrova la sua Lazio dove divenne importante come calciatore. La sua vita calcistica, quella di allenatore è esplosa in Italia. Lo scorso anno, a Catania. Mesi intensi, rendimento più che positivo.

    Il coro della Nord - Il giorno in cui Diego Pablo Simeone arrivò in Sicilia, in auto di lusso bianca, i vetri oscurati, la scorta, il servizio d'ordine schierato all'ingresso, del nuovo impianto sportivo di Torre del Grifo, gioiello costruito ai pidei dell'Etna, la 'sua' Lazio stava per scendere in campo per giocarsi il derby di Coppa contro la Roma. E, in curva, ancora una volta per accoglierlo in Italia, all'Olimpico rispolverarono il vecchio coro, mai passato di moda: 'Sime, sime, Simeone...' era il grido di battaglia di quando il Cholo segnava con la maglia numero 14 della Lazio, correva sotto la Nord, si girava e mostrava il suo cognome al pubblico. Quel gesto è diventato un poster che i nostalgici biancazzurri hanno ancora in camera. E quando allo stadio servono i cori per spronare i giocatori d'oggi, ancora la Nord intona 'Simeò, Simeò, Simeone...'.
     
    Biancazzurro dentro - Quel pomeriggio, era il 19 gennaio 2011, a Catania Simeone vide la partita in tv. Era lì, sul divano dell'albergo, alla fine di una lunghissima giornata. Sentì i cori, s'emozionò, ma non lo disse a nessuno. Lui, uomo tutto d'un pezzo, pensava soltanto al lavoro da sviluppare, per arrivare alla salvezza. 'A Catania abbiamo stabilito il record di punti, toccando quota 46, abbiamo battuto il Palermo 4-0 nel derby e giocato a testa alta tutte le partite, anche quelle impossibili', disse a fine avventura. 'L'Italia è come casa mia, prima o poi ci torno'. E sulla Lazio: 'Spero che un giorno possa meritare la Champions, ha giocatori esperti'. Ed oggi la classifica gli dà ragione.
     
    Immagini nitide - Con la Lazio, il Cholo, abbandonata l'Inter per un presunto litigio con Ronaldo, nel 1999 vinse lo scudetto, risultando decisivo per il gol alla Juve a Torino (distanze dimezzate da 6 a 3 punti tra bianconeri e laziali). Vinse la Coppa Uefa con un gol anche suo, trionfò nelle supercoppe europea e italiana. Alla Lazio ricordano il sermone ai compagni, prima del successo chiave di Torino: 'Chi crede nella rimonta è dei nostri, chi non ci crede, si faccia da parte'. Nessuno si mosse, il gruppo era unito e lo dimostrò.
     
    Modulo tattico - Arrivato a Catania, Simeone fece convivere Lopez e Bergessio schierandoli nel 4-3-1-2, con Gomez a supporto, oppure scegliendo il 4-2-3-1 con Schelotto e Bergessio laterali, Ricchiuti dietro Maxi Lopez. Equilibrio, una fase difensiva, comunque e sempre, efficace e una grinta eccezionale, per spingere il Catania oltre gli ostacoli rappresentati dalle formazioni più forti sotto l'aspetto tattico e organizzativo. Un cocktail vincente che i tifosi apprezzarono e che gli avversari cominciarono a temere.
     
    Atletico - Anche a Madrid il suo credo è l'equilibrio tattico: in sei partite ha scalato la classifica, senza subire alcun gol. Quando Simeone arrivò all'Atletico, la zona Champions era a 10 punti, una forbice che sembrava aver tagliato un futuro vincente. Oggi il quarto posto dista soli due punti. A Madrid il coro è cambiato in 'Cholo, Cholo, Solo Simeone', ma non l'intensità della passione. I tifosi sanno che ha rivitalizzato i Tiago, i Diego, i Mario Suarez, i Falcao travasando in loro la sua proverbiale grinta.
     
    (Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)

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