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  • Viaggio nella crisi Milan, parlano esperti e tifosi: tutti colpevoli, tranne Kakà

    Viaggio nella crisi Milan, parlano esperti e tifosi: tutti colpevoli, tranne Kakà

    • Angie Borromeo

    Il Milan di Massimiliano Allegri è uscito da San Siro, al termine della gara di anticipo dell’undicesima giornata di Campionato, non solo sconfitto dalla Fiorentina di Vincenzo Montella, ma anche implacabilmente fischiato dai propri tifosi, tanto che la squadra e lo staff tecnico sono partiti immediatamente in ritiro, al fine di tentare il recupero della condizione per affrontare la gara di ritorno in Champions contro il Barcellona, in programma mercoledì 6 novembre, al Camp Nou. 

    I numeri della crisi non mentono: 12 punti in 11 partite (19 gol incassati) e  19 punti di distacco dalla Roma capolista. Forse, il peggior Milan degli ultimi anni.

    Calciomercato.com ha chiesto ad esperti e tifosi di fede rossonera di analizzare le cause del fallimentare inizio di stagione, individuandone le responsabilità, e, infine,  di suggerire eventuali soluzioni per superare la criticità del momento.

    PIETRO MAZZARA, noto giornalista di fede rossonera, vice direttore di MilanNews.it,  corrispondente di Radio Sportiva, individua le seguenti cause della crisi del Milan e suggerisce soluzioni immediate.

    "Le cause della crisi sono da ricercare nell’autoconvizione di essere forti, derivata dal terzo posto dell'anno scorso. Ci sono troppi giocatori che si sono sentiti all'altezza del Milan e che, alla prova del nove, non lo sono. Le colpe sono da imputare, a vario titolo, a staff tecnico, società e giocatori. Lo staff tecnico non è riuscito, negli ultimi 4 anni, a dare una vera e propria identità alla squadra. La società fa quello che può con i soldi che ha a disposizione ma quando la Fiorentina prende Joaquin e tu prendi Birsa per mandare via Antonini, c’è poco da giustificare. Inoltre, credo che ci sia un problema nello scouting della Prima squadra dove un giocatore non viene "scoperto" da troppo tempo. Allegri è stato molto bravo, nei momenti difficili della scorsa stagione, a trovare una soluzione per far ripartire il Milan ma pesa su di lui, a mio giudizio, il fardello dello scudetto perso contro la Juventus dove una mala gestio di Thiago Silva costò il tricolore e la sua assenza si fece sentire anche nella sfida di ritorno dei quarti di finale contro il Barcellona in Champions League".

    Quale soluzione propone per la rinascita rossonera? Cambiare la guida tecnica potrebbe essere utile?

    “Credo che il ciclo di Allegri sia finito. Non credo che ci siano i presupposti per andare avanti. Il pubblico vuole la sua testa perché ha "demineralizzato" il Milan della sua essenza. Allegri è un buon allenatore, ma difficilmente farà il salto di qualità per passare nella categoria dei top. Nonostante la panchina sia in bilico, penso che, alla fine, il livornese arriverà a fine stagione. Personalmente, credo che il Milan abbia bisogno di un allenatore top oppure di un progetto di rilancio con l’ingaggio di giocatori di qualità guidati da un giovane tecnico come Filippo Inzaghi”.

    Quando dice “allenatore top” a chi si riferisce?  Può farmi dei nomi.

    "Mi riferisco a Top Manager come Klopp o Hiddink, per intenderci". 

    Secondo lei Filippo Inzaghi sarebbe capace di rilanciare il Milan in vetta e vincere in Champions?
    "Pippo ha il dna da Milan e, alla guida della squadra, serve proprio un uomo così, perché in questo momento non c'è più nessuno che sappia dare il vero valore alla maglia. Poi, ovviamente, serve anche un mercato diverso, fatto di acquisti, magari anche non roboanti ma utili, uniti a qualche colpo “magico” di mercato. In pratica, bisogna ricominciare tutto daccapo".

    EMANUELE BOTTONI, allenatore di calcio, vive a Frosinone, è un tifoso milanista sin da bambino, affascinato dai colori rossoneri della maglia.  

    "Il Milan è, da anni, privo di programmazione tecnica e con una situazione finanziaria poco generosa. La classifica dei responsabili è meglio conosciuta da chi ha programmato un simile atteggiamento. Appare evidente che regni la confusione, e non da oggi, e i risultati del club di Via Turati sono proprio il frutto di tale confusione".

    Molti tifosi chiedono la “testa” del tecnico livornese. Lei pensa che sia la soluzione per risolvere la crisi attuale? 
    "Massimiliano Allegri ha il grande demerito di aver subito e, probabilmente, spalleggiato 4 anni di smantellamento, senza mai mettersi di traverso. Io credo che un allenatore debba essere un "libero professionista" e non un semplice "dipendente" che accetta tutto. Egli è parso sposare la seconda figura lavorativa. La squadra, a questo punto, per colpe non esclusive del Mister, appare totalmente allo sbando. In questa fase io non ingaggerei un allenatore a lungo termine, cosi da poter studiare bene la situazione, e penserei, ad esempio, ad uno come Trapattoni. Se già il Trap riportasse la rosa alla giusta dimensione del calciatore professionista sarebbe qualcosa, se poi riuscisse anche a far capire a molti ragazzi della rosa che gli allenamenti e l'applicazione hanno maggiore rilevanza di creste, tatuaggi, shatush, sarebbe il massimo. Il Milan annovera calciatori che solo 5 anni fa non avrebbero potuto varcare il cancello di Milanello. Resta da capire chi li ha presi e perchè. Credo che le colpe siano da distribuire equamente tra società e allenatore".

    Cosa ne pensa dei moduli tattici di Allegri, li ritiene adatti all’attuale rosa dei calciatori?

    "Il Milan, dopo tanto penare, lo scorso anno ha trovato un equilibrio con il 4-3-3, sistema di gioco che diede alla squadra equilibrio ed ampiezza. El Shaarawy ne fu il simbolo. Tornava a difendere e segnava. Quest'anno si doveva ripartire con quel sistema di gioco, e, invece, da Giugno si parlò di richieste presidenziali per il 4-3-1-2 che, poi, in effetti, è stato adottato per due mesi in maniera colpevole ed inspiegabile. Per giocare in quel modo devi avere un trequartista fortissimo, attaccanti votati al sacrificio e terzini che sanno salire e mettere palloni dal fondo efficacemente, tutte caratteristiche estranee al Milan di Birsa, Abate, Constant. Si è tornati al 4-3-3 con il Barcellona, quando la squadra ha dato qualche timido segnale di ripresa. Io non fui tra quelli che esaltarono quella prova. Abbiamo passato 75 minuti nella nostra area contro un Barcellona che gestiva la gara pensando al Clasico”.

    Ricorda un momento così negativo del Milan negli anni passati? 

    "Certo, quella disgraziata annata 1981-1982, quando si pensava costantemente ad un Milan che avrebbe reagito, salvo poi ritrovarsi in B".

    NICOLA BALZANI, giornalista, osservatore del Pescara Calcio, opinionista tv, si schiera a difesa del tecnico rossonero.
    "Allegri non lo ritengo colpevole della situazione critica che sta vivendo il Milan. Lo difendo perché se lo privi di giocatori come Ibrahimovic e Thiago Silva senza sostituirli con giocatori all’altezza, come ha fatto il Napoli, non è che possa fare più di tanto. A parte Balotelli, non sono arrivati giocatori di qualità in difesa e a centrocampo. Non occorre avere tante risorse, si possono comprare anche giovani talenti a parametro zero, come ha fatto la JUventus con Pogba. Kakà e Matri mi vanno anche bene, ma servono sicuramente altri giocatori di qualità per rinforzare la squadra".

    EMANUELE NOCERA, studente di 21 anni, vive in Calabria, è un tifoso milanista che addebita al cattivo mercato estivo l’attuale impasse della sua squadra del cuore e non risparmia dure critiche alla società. 

    "L'attuale momento del Milan è senza dubbio critico e, a mio parere,  è dovuto, soprattutto, al mercato estivo, a causa di acquisti fatti nelle zone sbagliate del campo. Con i 12 milioni spesi per Matri, si sarebbe potuto prendere qualche difensore importante. Ci siamo lasciati sfuggire Sakho, ad esempio, che avrebbe potuto dare rinforzo in difesa.  Matri non serviva anche perché davanti c'era Petagna, un giovane talento che ha fatto vedere ottime cose nel pre-campionato e che adesso si sta bruciando alla Sampdoria. A centrocampo c’è Cristante, altro giovane di spessore che non ha praticamente mai giocato. Le colpe da parte della società ci sono e non sono poche. Ma anche Allegri ci sta mettendo del suo. Lo reputo un allenatore che non sa fare i cambi e gioca con lo stesso modulo. Faccio l’esempio della partita contro la Fiorentina, quando eravamo sotto di un gol, e al posto di Birsa inserisce Niang, che non ha mai fatto nulla di buono e che sarebbe dovuto andar via da tempo. Non serviva in quel momento Niang, bensì uno come Matri per dare profondità e provare a segnare. Poi fa uscire Muntari che lascia il posto a Saponara, altro giovane dalle buone prospettive che non è al meglio e che sarebbe potuto rimanere in panca per far entrare Robinho, che è in buone condizioni. Non dico che avremmo vinto, ma si sarebbe visto un altro Milan, questo è certo. Constant dietro non da più sicurezze, quindi perché non provare Emanuelson aspettando il rientro di De Sciglio. Balotelli è troppo sotto pressione perché preso sempre di mira e quindi non fa altro che buttarsi cercando il rigore, e aspetta la palla nei piedi, non fa movimento e non fa salire la squadra e prende gialli facendosi squalificare.  Direi che è arrivato il momento di posare la carota e iniziare ad usare il bastone, con multe e panchina, finché non inizierà ad assumersi le sue responsabilità. Per il mercato invernale sono stati presi Honda e Rami, ma chiedo: serviva un altro trequartista? 

    Mi pare di capire che anche lei voglia cambiare allenatore.

    "Si, mi auguro che avvenga presto. Soprattutto, mi aspetto altri acquisti  perché il Milan non è quello che stiamo vedendo, non si avvicina neanche lontanamente al grande Milan che sfidava i vertici di campionato e di coppa. Noi tifosi vogliamo un Milan degno di questo nome, con giocatori degni di questa maglia. Mi auguro che investano sul mercato e sul Milan invece che su una nuova sede più grande rispetto a quella attuale".

    SASHA LIGUORI è l’amministratore della pagina su Facebook dedicata al Milan "il Ras della fossa" seguita da 100.000 fans. Di chi sono le colpe dell’attuale stagione fallimentare del Milan?

    "Di tutti. In primis della società, poi del tecnico e infine dei giocatori. La società ha la colpa del mercato fallimentare e anche di non aver esonerato il livornese appena le cose sono andate male. Anzi, avrebbe dovuto sostituirlo già dopo la sconfitta con la Lazio. La squadra ha bisogno di cambiamento. Infine, la società sta mancando di rispetto ai tifosi. Il Milan non merita di stare a -10 dal Verona. Allegri è un pessimo motivatore, la sua mano nello spogliatoio non si vede così come nel gioco. I giocatori sono l'ombra dei campioni che il Milan ha avuto nella sua storia. Insomma, un po' colpa di tutti, ma soprattutto di Allegri".

    Chi vorrebbe al posto di Allegri? 

    "Il 70% dei tifosi rossoneri che mi seguono nella fan page ce l'ha con Allegri e lo vuole fuori dal Milan. Per quanto mi riguarda, sono quattro anni che vorrei un altro allenatore. Al suo posto, per il Milan vedrei bene Marcelo Bielsa, il quale ha esperienza con il 4-3-3 e sarebbe perfetto per i giocatori che il Milan ha a disposizione. Poi è un grande stratega, che predilige il gioco palla a terra "stile Barça", come piace a Berlusconi. Ed è veramente bravo coi giovani. All'Athletic Bilbao valorizzò tutti, dal più giovane (Muniain) al più esperto (Iraola), con ottimi risultati raggiungendo una finale di Copa del Rey ed una finale di Europa League, battendo squadre del calibro del Manchester United con una squadra obiettivamente inferiore".

    Lei prima ha detto che gli attuali giocatori sono l’ombra dei Campioni che hanno giocato nel Milan. Le risulta che i tifosi non siano contenti di Balotelli e Kakà?

    "Balotelli è un patrimonio del calcio italiano, non solo del Milan. Ha bisogno dell'allenatore giusto che lo guidi e lo aiuti a sistemare la testa calda che si ritrova. Di Kakà siamo contentissimi, è un grande campione fuori e dentro al campo, e, nonostante i suoi 31 anni, servirà al Milan molto più di quanto si era previsto. I campioni di cui parlo lo sono anche per mentalità e nel Milan di oggi non c'è la mentalità vincente di una volta. De Jong e Kakà sono gli unici ad averla". 

    Molti tifosi vorrebbero Pippo Inzaghi alla guida del Milan, lei cosa ne pensa?

    "Inzaghi non è ancora pronto, a mio avviso. E' sicuramente un potenziale allenatore da Milan, ha carisma e voglia di vincere, ma deve fare un po' di esperienza".

    MARCO VARISCO, libero professionista, 51 anni, è un tifoso rossonero  che vive in provincia di Piacenza ed è convinto che sia arrivata l’ora di dire addio al tecnico livornese.
    "Non voglio dare colpe al tecnico del Milan ma voglio solo analizzare una serie di fattori che col tempo hanno causato una situazione logora che non lascia spazio ad altre soluzioni, se non all’esonero del livornese da parte della società rossonera. Un primo fattore  è il  tipo di gioco che, in quasi 4 anni, si è visto raramente. Allegri ha poca capacità di cambiare modulo in corsa, tant’è che non fa mai cambi prima del 70° minuto. Non ha una buona dialettica, lo desumo dalle interviste che rilascia, e, a mio parere, ciò è di fondamentale importanza soprattutto nello spogliatoio, dove vi sono giocatori provenienti da più parti del mondo. Non ama, poi, i giocatori troppo tecnici, un esempio concreto è essersi liberato di giocatori come Ronaldino, che è un ottimo calciatore, basti vedere ciò che sta facendo in Brasile. Ho come l’impressione che abbia perso il controllo dello spogliatoio e la colpa può essere solo sua. La rosa dei giocatori è anche più competitiva dello scorso anno perché abbiamo Balotelli, Saponara, recuperato De Jong, i neo acquisti Matri e Kakà. Quindi è davvero incredibile che non stia riuscendo a fare punti, ma stia solo accumulando sconfitte.

    Chi vorrebbe al posto di Allegri?

    "Pippo Inzaghi: è un 'attaccante' nato, determinato, con una voglia di fare fuori dal comune, grande attaccamento alla maglia. Io proverei con lui, tanto peggio di così che ci può capitare?".

    La Serie B?
    "Non scherziamo…" (ride il tifoso milanista, ndr).


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