Calciomercato.com

  • Violamania:| E la chiamano estate...

    Violamania:| E la chiamano estate...

    • Luca Cellini

    L'estate è il periodo in cui solitamente tifosi e appassionati di calcio delle varie squadre sognano, immaginano un futuro roseo per le loro squadre, si emozionano alle prime giocate dei campioni che arrivano, e a quelle dei talenti che già sono in rosa. Ma a Firenze i mesi più caldi dell'anno fanno rima in particolare con tormentoni, sofferenze e brutte notizie. Si partì da vent'anni fa, quando all'alba dell'estate dei Mondiali '90 Roberto Baggio, al termine di un braccio di ferro interminabile e di una guerriglia urbana a Firenze, venne ceduto alla Juventus. Si passò alle reiterate minacce di lasciare la maglia viola di Gabriel Batistuta che, per almeno un lustro, in cerca di un aumento di ingaggio, ripeteva senza sosta che il suo tempo alla Fiorentina era finito. Ma anche gli anni dellavalliani sono stati tormentatissimi d'estate, con la penalizzazione giunta dai processi di Calciopoli nel 2006 - anno in cui Luca Toni sembrava ad un passo dal firmare per l'Inter -, al 2008, quando Mutu era praticamente un giocatore giallorosso, senza dimenticare la cessione di Felipe Melo alla Juventus dodici mesi fa. Episodi che portarono alle prime scritte e ai primi piccolissimi mormorii contro la proprietà.

    Nell'estate 2010 la notizia negativa non ha tardato ad arrivare: poco meno di 48 ore fa Stevan Jovetic si è gravemente infortunato. Uno stop che lo terrà fermo, bene che vada, almeno quattro mesi. Una tegola che scombina i piani di mercato viola ed i sogni di gloria dei tifosi della Fiorentina, che nel montenegrino e nei suoi riccioli confidavano per l'alta classifica. Paradossalmente, cercando di trovare il risvolto positivo, in queste ore di pessimismo il grave infortunio di Jovetic obbliga la società a trattenere uno come Adrian Mutu, che non ha fatto niente di buono negli ultimi mesi e ha molto da farsi perdonare dai tifosi viola.

    Tornando al clima intorno alla squadra: assomiglia molto a quello dell'estate 2006, quando tutta Firenze si fece deprimere dalle sentenze di Calciopoli che colpirono il cuore di una città e di una società che allora sognavano il ritorno in Champions League. Allora, come oggi, il primo segnale arrivò proprio dal popolo viola, che accantonò le proprie differenze ed i propri contrasti, facendo fronte comune per il bene della Fiorentina.

    Mai come in questo momento occorre ripetere ciò che accadde quattro anni fa, mettendo da parte i rancori e le differenze di vedute sulla società, sulla proprietà, la guida tecnica e le prospettive future. Le parole arrivate ieri dal ritiro viola di Andrea Della Valle sono il segnale che la proprietà, almeno sulla carta, punta ad un rilancio concreto. Proprio la società, attraverso il direttore sportivo Pantaleo Corvino, con l'acquisto di un giocatore di alto livello - se non in sostituzione di Jovetic, ad esempio a centrocampo -, può dare quel segnale di fumo che, giungendo ai tifosi, dimostri che la Fiorentina del futuro è ancora un progetto solido. Mai come in questo momento abbonarsi, nonostante tutto, significa stringersi intorno ai propri colori. E occorre andare in questi giorni a San Piero a Sieve, per applaudire gli altri ragazzi della rosa a disposizione di Sinisa Mihajlovic, urlando a tutta forza l'amore per i colori viola, senza se e senza ma. Perché poi l'estate passa, ma la passione per la Fiorentina non muore mai.


    Altre Notizie