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  • Violamania:| La lezione di Buso

    Violamania:| La lezione di Buso

    Ci racconteranno che il Milan era troppo forte, che sarebbe stato difficile affrontarli a ranghi completi, figuriamoci con l'assenza di Mutu. Ci diranno che il gol subìto dopo pochi minuti ha sconvolto i piani di gioco di Mihajlovic. Troveranno mille scuse società, allenatore e giocatori per raccontare una delle sconfitte, non tanto per il risultato quanto per il non-gioco espresso, peggiori della storia della Fiorentina, tirando fuori dal cassetto le loro statistiche 'ad hoc', quelle che dicono che abbiamo perso solo due partite nel girone di ritorno. Non si degneranno minimamente di chiedere scusa per uno dei campionati più anonimi e vergognosi di questo glorioso club. Confermeranno Mihajlovic in vista della prossima stagione perché, poverino, ha dovuto lavorare con tante defezioni, e non ci racconteranno che fino ad oggi non si è mai visto la Fiorentina giocare novanta minuti di calcio. Pantaleo Corvino, colui che si permette di dire che a fine stagione farà i conti con quei giornalisti che hanno osato criticarne l'operato, rinnoverà il contratto fino al 2015, forte di essere il 'braccio armato' di un club che da oltre un anno ha iniziato un progetto chiamato dismissione. E la società, che ha già deciso di abbassare il monte ingaggi, perseguirà nella propria politica fatta di 'latitanza' dalla città.

    Ieri sera contro i rossoneri di Allegri sarebbe potuto finire ben peggio del 2-1 finale, ma non è tanto la sconfitta con il Milan a preoccupare, quanto la china discendente che ha preso la storia viola da un bel po' di tempo a questa parte, in termini di risultati e di progettualità futura. Se l'anno scorso, dopo l'eliminazione contro il Bayern Monaco, la squadra si era avvitata su sé stessa, priva di stimoli tecnici e motivazioni, in questa stagione la Fiorentina non solo non ha mai giocato a calcio, ma ha condotto un campionato pessimo, fatto di un inizio gravemente insufficiente e poi, anche a ranghi completi o quasi, di partite che sarà difficile ricordare in senso positivo. La partita contro il Milan poteva regalare stimoli particolari a tutto il gruppo viola ed invece, oltre alla bocciatura tecnica di tutta la rosa (prove vergognosamente negative dei laterali difensivi e di Montolivo nel ruolo di regista), ha visto Sinisa Mihajlovic dimostrare tutta la sua pochezza tecnico-tattica. Prova ne è la decisione di riproporre Donadel interno di centrocampo a destra, inserire Ljajic - ancora inadeguato per il calcio italiano -, e l'ostracismo tattico verso una formazione offensiva con due punte.

    Se fosse fatto un sondaggio fra i tifosi della Fiorentina, inserendo anche il nome di Renato Buso come prossimo allenatore viola, oggi probabilmente vincerebbe proprio quest'ultimo. L'ex attaccante gigliato, tecnico della Fiorentina Primavera e fresco vincitore della Coppa Italia di categoria, ha dato una lezione di stile e di classe al suo 'collega' di prima squadra, non solo per la gestione tecnica del gruppo, ma per come ha fatto fronte anche all'ostracismo di qualcuno nella sua stessa società. Basti pensare che la scorsa estate, fino ad una settimana prima che la Primavera partisse per il ritiro, nessuno gli aveva fatto sapere niente circa la sua riconferma in panchina, con il rischio concreto di perdere ottime opportunità in altre piazze. Buso, una volta ricevuto l'incarico, ha chiesto autonomia tecnica e gestionale della sua squadra, ed ha ottenuto risultati, con uno stile misurato nelle parole ed un'organizzazione di gioco che fa invidia a molti club più quotati nell'ambiente del settore giovanile. Mentre Mihajlovic prometteva una squadra tutta grinta e carattere, Buso la metteva in campo concretamente, dando una lezione a tutto l'ambiente viola. Oggi Buso e la sua Primavera sono l'unica faccia bella del club viola, l'unico raggio di sole, in un orizzonte oscuro che Firenze certamente non merita.

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