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    Violamania: il nervosismo del colpevole Pioli

    Violamania: il nervosismo del colpevole Pioli

    • Giacomo Brunetti
    Il copione che nessuno avrebbe voluto leggere. Non tanto per la sconfitta, contemplabile visti il ruolino e la forza della Juventus, bensì per una prestazione che assomiglia a una resa, messa a referto con una prestazione scialba che, con il passare dei minuti, ha regalato gioco e incontro ai bianconeri. Lo stadio ha risposto alla grande, superando quota 40.000 spettatori, facendosi infine sentire contro la società. Probabilmente, se il bolide di Benassi dopo neanche due minuti fosse entrato, il 'Franchi' si sarebbe riversato in campo ad abbracciarlo e la gara avrebbe preso un'altra piega. Con i se e con i ma, però, non si scala la classifica, specialmente quando il tuo attaccante non segna da due mesi e mezzo, sbagliando di tutto.

    La sconfitta è della squadra. Molle, la resa è totale e forse naturale, viste le forze in campo. A gennaio sono attesi interventi che dovranno scontrarsi con le limitazioni economiche e di ambizione. Dunque, anche questo mercato invernale risulterà abbastanza al ribasso nella qualità. Continuare a difendere un progetto che, senza proclami, si scontra con la realtà. Non è una sconfitta contro la Juventus a sancire un giudizio negativo, ma l'atteggiamento e il rendimento condannano una squadra che annega nei propri problemi.

    La sconfitta è di Pioli. Appannato nelle idee, sembra non accorgersi delle mancanze di questa formazione. Le scelte sono discutibili, forse forzate dagli elementi a disposizione. Partita dopo partita è più nervoso, comprensibilmente. Le sue idee non girano più e, dopo il periodo "palla a Chiesa", ora è difficile trovare anche una trama identificata e definita.

    La sconfitta è anche della società. Il mercato, stavolta, è bocciato. Edimilson ha disputato una partita ai limiti della legalità tra errori, velleità, disattenzioni e un fallo di mano talmente ingenuo che è difficile commentarlo. Gerson, invece, non pervenuto: che sia a centrocampo o in attacco, il brasiliano - arrivato in prestito secco, quindi facilmente escludibile - non lascia il segno e, anzi, sembra regredire gara dopo gara. Pjaca, gettato nella mischia a gara in corso, è entrato quando ormai l'inerzia era acquisita: dunque, ingiudicabile. Sarà dura, adesso, ripartire. Testa alta e lavorare, consapevoli dei propri limiti.

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